Che dire? Di cosa parlare? Perchè parlare? A che serve? Perchè respiriamo? A che pro?
Ignorando tutto il caos che ho dentro, ieri notte mentre scrivevo sulla mia agenda e pensavo come di routine al mio piano per l'indomani, ho fatto una cosa banalissima per dimostrarmi quanto IO sia la maggior causa dei miei mali. In riferimento al futuro, (a partire da oggi e arrivando a quel che mi attenderà nel breve termine), ho diviso il foglio a metà: da una parte visione ottimista e serena, dall'altra mia visione tipica. Ed ho scritto tutto, immaginando quello che avrei fatto e pensato in entrambi i casi, come mi sarei sentita e perfino gli esiti del tutto. Ho palesemente visto come a parità di eventi e situazioni, si possa vivere non dico perfettamente ma comunque serenamente...oppure mandare tutto a puttane e stare da schifo. Sarà banale, ma mi è servito a rendermi conto di quanto la colpa sia mia, non solo per quello che faccio o non faccio, ma SOPRATTUTTO per il peso che do alle cose, per come reagisco alle mie stesse scelte, per come un dettaglio insignificante come una parola riesca a farmi impazzire, per la mia ansia, per le mie ossessioni, per tutto. Come fanno tutte le persone normali, dovrei essere in grado di essere serena e positiva di base, nonostante magari un errore di valutazione o una scelta fatta deliberatamente in nome della fuga dalla paura. Ed ho notato, oltre al mio umore, come anche i fatti in sè potrebbero essere radicalmente diversi (ovvio, tutto dipende). Dopo le due visioni a confronto, ho anche pensato che basterebbe una semplice via di mezzo, senza che la prima visione positiva dovesse essere perfetta ed impeccabile in ogni mi passo...anche il mio essere autocritica e troppo esigente con me stessa non aiuta (ma purtroppo questo è l'ultimo dei miei problemi, eh: se campassi di questo sarei tutta un'altra persona, totalmente), infatti la soluzione ideale è un semplice equilibrio.
Lunedì ho fatto una full-immersion nel passato necessaria, poichè mi è venuta voglia di disegnare. Voglia di esprimere qualcosa, provando a cambiare mezzo. Ho guardato i miei vecchi lavori di anni di artistico, nonchè trovato e minuziosamente pulito ogni strumento (come le mie adorate ottanta matite tenute disordinatamente da mio fratello). Cazzi e mazzi vari, ma poi? Foglio bianco. Non ho niente in testa. O se ce l'ho non ho idea di come esprimerlo. O forse non mi interessa neanche farlo. In ogni caso: non ci riesco. Dio, pensando anche al passato...io non sono adatta per vivere. Non ho la stoffa per farlo. Per sopravvivere ne ho eccome, di talento. Ho anche una laurea in autodistruzione. Ma vivere, proprio, niente. O almeno non in senso comune, in una vita fatta per esprimersi (più o meno artisticamente: basterebbe l'italiano) e soprattutto comunicare, avendo a che fare con gli altri. Tolto questo, cosa resta da fare? Niente. E infatti.
Tornando al giochino dei vs, di fronte a queste contrastanti visioni, ovviamente facendomi una grassa risata ho dato per scontato che avrei seguito la prima versione rosea, anzichè la mia solita. Anche solo come esperimento. Perchè è verissimo che tutto sta a noi, davvero e sottolineo, a parità di situazioni: non solo per come tu reagisci agli altri (che di per loro sono relativamente imprevedibili, così come certi eventi), ma anche perchè il tuo stesso modo di porti e dire le cose influenza gli altri e il loro feedback.
Oggi ho quindi fatto tutto quel che ho immaginato nella visione ottimista della mia vita a breve termine. Amo sperimentare. [E mi sarei anche incazzata non poco se avessi concluso che sarebbe bastato così poco per cambiare radicalmente vita.] E, dunque, cosa è successo? Niente. Non è servito a niente. Non è cambiato niente. Quindi è tutto inutile? Quindi non dipende da me? Quindi se faccio il mio dovere non significa nulla e resto la solita ragazzina idiota? Se anzichè domandare dubbiosa, affermo, non cambia niente? Se sono positiva non serve a niente? Dovrei tentare di nuovo l'esperimento, perchè magari è stata solo sfiga? No. Io non lo so cosa cazzo c'è di sbagliato in me o nella vita, o in entrambe le cose. Perchè tutto tenda irrimediabilmente e sempre a crollare. Non lo so. Ma meno di 24h credevo di aver trovato la risposta nel STA A ME, EASY, di essermi allegramente illuminata. Bene. Non sta a me un cazzo, perchè gli altri comunque dicono e fanno cazzate (e fin qui, passi)...ma io non riuscirò MAI a fregarmene del tutto, a ignorare e restare sulla mia retta via, senza influenze. Altro che condizionarli a mio favore. Oh cazzo, ma allora resta vero che dipende tutto da me, perchè sono sempre e comunque IO che do troppo e immeritato peso agli altri. Poi certo, devo dire che loro si impegnano al massimo. Merda. Bene, la morale è sempre la stessa: è colpa mia. Quindi non posso neanche lamentarmi. Shut up.
Comunque, non è che io non veda alcuna luce infondo al tunnel, è solo che non ho neanche più voglia di aprire gli occhi. Tanto sarebbe inutile: godiamoci il buio imposto.