10 maggio 2013

Lo so che non coincidono le previsioni e l'esito.


Tralasciando davvero molte, troppe disastrose cose che infondo mi sono successe a causa di un mio errore (quello di optare per non adempiere alla mia responsabilità ed essere rimasta a casa la scorsa settimana...e ops, in compenso e contrariamente ai miei piani, dovrò partire domenica o lunedì)...da dove inziare?

Che dire? Di cosa parlare? Perchè parlare? A che serve? Perchè respiriamo? A che pro?

Ignorando tutto il caos che ho dentro, ieri notte mentre scrivevo sulla mia agenda e pensavo come di routine al mio piano per l'indomani, ho fatto una cosa banalissima per dimostrarmi quanto IO sia la maggior causa dei miei mali. In riferimento al futuro, (a partire da oggi e arrivando a quel che mi attenderà nel breve termine), ho diviso il foglio a metà: da una parte visione ottimista e serena, dall'altra mia visione tipica. Ed ho scritto tutto, immaginando quello che avrei fatto e pensato in entrambi i casi, come mi sarei sentita e perfino gli esiti del tutto. Ho palesemente visto come a parità di eventi e situazioni, si possa vivere non dico perfettamente ma comunque serenamente...oppure mandare tutto a puttane e stare da schifo. Sarà banale, ma mi è servito a rendermi conto di quanto la colpa sia mia, non solo per quello che faccio o non faccio, ma SOPRATTUTTO per il peso che do alle cose, per come reagisco alle mie stesse scelte, per come un dettaglio insignificante come una parola riesca a farmi impazzire, per la mia ansia, per le mie ossessioni, per tutto. Come fanno tutte le persone normali, dovrei essere in grado di essere serena e positiva di base, nonostante magari un errore di valutazione o una scelta fatta deliberatamente in nome della fuga dalla paura. Ed ho notato, oltre al mio umore, come anche i fatti in sè potrebbero essere radicalmente diversi (ovvio, tutto dipende). Dopo le due visioni a confronto, ho anche pensato che basterebbe una semplice via di mezzo, senza che la prima visione positiva dovesse essere perfetta ed impeccabile in ogni mi passo...anche il mio essere autocritica e troppo esigente con me stessa non aiuta (ma purtroppo questo è l'ultimo dei miei problemi, eh: se campassi di questo sarei tutta un'altra persona, totalmente), infatti la soluzione ideale è un semplice equilibrio.

Lunedì ho fatto una full-immersion nel passato necessaria, poichè mi è venuta voglia di disegnare. Voglia di esprimere qualcosa, provando a cambiare mezzo. Ho guardato i miei vecchi lavori di anni di artistico, nonchè trovato e minuziosamente pulito ogni strumento (come le mie adorate ottanta matite tenute disordinatamente da mio fratello). Cazzi e mazzi vari, ma poi? Foglio bianco. Non ho niente in testa. O se ce l'ho non ho idea di come esprimerlo. O forse non mi interessa neanche farlo. In ogni caso: non ci riesco. Dio, pensando anche al passato...io non sono adatta per vivere. Non ho la stoffa per farlo. Per sopravvivere ne ho eccome, di talento. Ho anche una laurea in autodistruzione. Ma vivere, proprio, niente. O almeno non in senso comune, in una vita fatta per esprimersi (più o meno artisticamente: basterebbe l'italiano) e soprattutto comunicare, avendo a che fare con gli altri. Tolto questo, cosa resta da fare? Niente. E infatti.

Tornando al giochino dei vs, di fronte a queste contrastanti visioni, ovviamente facendomi una grassa risata ho dato per scontato che avrei seguito la prima versione rosea, anzichè la mia solita. Anche solo come esperimento. Perchè è verissimo che tutto sta a noi, davvero e sottolineo, a parità di situazioni: non solo per come tu reagisci agli altri (che di per loro sono relativamente imprevedibili, così come certi eventi), ma anche perchè il tuo stesso modo di porti e dire le cose influenza gli altri e il loro feedback.

Oggi ho quindi fatto tutto quel che ho immaginato nella visione ottimista della mia vita a breve termine. Amo sperimentare. [E mi sarei anche incazzata non poco se avessi concluso che sarebbe bastato così poco per cambiare radicalmente vita.] E, dunque, cosa è successo? Niente. Non è servito a niente. Non è cambiato niente. Quindi è tutto inutile? Quindi non dipende da me? Quindi se faccio il mio dovere non significa nulla e resto la solita ragazzina idiota? Se anzichè domandare dubbiosa, affermo, non cambia niente? Se sono positiva non serve a niente? Dovrei tentare di nuovo l'esperimento, perchè magari è stata solo sfiga? No. Io non lo so cosa cazzo c'è di sbagliato in me o nella vita, o in entrambe le cose. Perchè tutto tenda irrimediabilmente e sempre a crollare. Non lo so. Ma meno di 24h credevo di aver trovato la risposta nel STA A ME, EASY, di essermi allegramente illuminata. Bene. Non sta a me un cazzo, perchè gli altri comunque dicono e fanno cazzate (e fin qui, passi)...ma io non riuscirò MAI a fregarmene del tutto, a ignorare e restare sulla mia retta via, senza influenze. Altro che condizionarli a mio favore. Oh cazzo, ma allora resta vero che dipende tutto da me, perchè sono sempre e comunque IO che do troppo e immeritato peso agli altri. Poi certo, devo dire che loro si impegnano al massimo. Merda. Bene, la morale è sempre la stessa: è colpa mia. Quindi non posso neanche lamentarmi. Shut up.

Comunque, non è che io non veda alcuna luce infondo al tunnel, è solo che non ho neanche più voglia di aprire gli occhi. Tanto sarebbe inutile: godiamoci il buio imposto.

2 maggio 2013

Runaway train burnin' in my veins.

Il mio nuovo motto è LET IT BE...STOCAZZO. Perchè se lasci che sia non puoi anche rompere i coglioni. Ma io rompo i coglioni, quindi era il caso di cambiare. Data la mia memoria di merda e la mia costante voglia di rileggermi a puri scopi d'insulto, non intendo cancellare niente del mio blog, nè ora nè mai. Ma ho cambiato il titolo per la prima volta, non è cosa da poco! (anche se sembra scendere di un gradino rispetto ad un'ipotetica linea depressiva, ndr). Non è così.

Non so cosa sia cambiato, ma stamattina ho alzato il culo alle sette -chè neanche quando mi degno di andare a scuola- alla fine è spuntato il sole ed in tutto ho passato tre ore con due diverse persone, di cui una che non vedevo da più di un anno. Ora. Il 99% delle volte che ho a che fare con semplici esseri umani ne esco peggio di prima, ma oggi non è stato così. Me compresa eh. Ed ho potuto nuovamente constatare come mi basti davvero poco per cambiare totalmente il mio umore e perfino la mia visione della vita: mi basta un caffè con qualcuno che abbia voglia di ascoltarmi per cinque minuti (e di essere ascoltato, sott'inteso). Ed una bella giornata.

{Poi, non so per quale razza di strana magia, ma ultimamente e soprattutto oggi diciamo che mi vedo carina o più precisamente meglio del solito -e il solito fa schifo. Non solo in generale ma per molti dettagli che sto particolarmente curando da qualche mese (per esempio,  i miei poveri ed un tempo disastrati capelli, l'obiettivo di arrivare al giorno in cui potrò uscire di casa senza trucco ma senza rischiare un ictus perchè la mia pelle sarà priva di qualsiasi imperfezione e magari di occhiaie, se non è chiedere troppo, e cose simili). E sto dormendo molto meno del solito, ma riposandomi (saranno i 30mg di melatonina tutti insieme che mi sparo ogni tanto?). So che sono cazzate e soprattutto sono molto superficiali, ma non essendoci abituata sono state piccole soddisfazioni. E non è male camminare a testa alta sotto il sole con qualche persona che ti fissa o fa qualche commento del cazzo, di tanto in tanto: un piccolo yea per la mia stupida autostima ballerina, anche se poi degli altri non mi è mai importato granchè o non sarei MAI qui a farmi problemi, dati i riscontri del mondo (non negativi) che io trovo assurdi e irrilevanti.}

Forse basta il confronto, oltre all'ascolto ed almeno un essere più o meno umano che per un'istante dimostri di avere fiducia in te, per uscirne positivi e motivati. Motivati, un pò ed anche solo per sentirsi in dovere di fare il proprio lavoro perchè lo fa qualcuno che stimiamo ed è giusto che lo facciamo anche noi, quindi. So che è stupido e ognuno deve fare il suo dovere senza guardare niente e nessun altro, ma a me ha comunque motivato. Ergo, ho mandato a fanculo i miei assurdi piani malvagi per scappare e fingere di partire per una settimana, o di non andare in nome di chissà quali conseguenze, di non fare niente in questi giorni e farmi prendere dal panico perchè è impossibile: sticazzi, in qualche ora di impegno si fa. Basta e avanza un giorno. Alias, farò la tesi e in ogni caso domenica andrò lì, punto. Riflettendo, ho anche constatato che tra due mesi tutto questo sarà finito e poi avrò tempo e modo di pensare allo splendido futuro che vorrò avere! A partire da in che stato vorrei essere (la scelta è tra due, almeno secondo mio padre). Non mi permetto di farlo già adesso ignorando la sfida della maturità e non facendo niente, anche perchè voglio assaporarmi quel momento quando sarò davvero libera (e comunque è nella mia natura premeditare, se non ora a breve inzierò a progettare), ma so che una volta fatti questi fottuti esami, lo farò e sarà stupendo. E non me ne frega un cazzo del diploma, è perlopiù questione di principio, il passo che mi manca per uscire dalla fase testa di cazzo, tutto qui.

Curiosamente, sia per la patente che per il diploma alla fine ho collezionato due anni di ritardo...e per quanto banali (specie la prima) queste cose le ho sempre viste come "primi passi di cose da grandi" e per me erano importanti. Per la serie: chissà se invece me ne fregava un cazzo che fine avrei fatto. Tipo sarei morta con la licenza della terza media. Anyway. So che non è niente, ma dopo gli esami qualcosa cambierà e mi sarò svincolata dall'essere teenager (che ormai sono vecchia, io parlo di mentalità e modo di vivere)...ovviamente non solo perchè avrò una carta in mano. Date le mie ultime scoperte e riflessioni -poi, mai fatte in vent'anni- non stento a credere che sia veramente giunto il mio tempo di voltare pagina. E i due fottuti anni di ritardo collezionati, li recupererò in fretta, non sono nulla. Dio, se penso che ho almeno cinquant'anni di vita davanti vorrei spararmi subito. [Quanti sono? Passeranno mai? Perchè sono già esaurita dopo venti? Funziono come gli anni dei cani? Sono solo vecchia dentro?] No perchè io amo sempre la vita, molto profondamente. Giuro. Una persona mi ha fatto notare che sono strana perchè parlo sempre di morte (in espressioni del tipo "sono morta, a domani!" o "se sarò ancora viva sì" etc). E Psyco mi aveva fatto notare il mio invocare Dio -escluse le bestemmie- o comunque rivolgermi al cielo e cose simili, anche se si riferiva perlopiù agli stati su facebook...tra l'altro ignorando le mille citazioni a canzoni o altro. Of course l'ho notato anche io. Anche ora. Devo farmi qualche domanda?

Mah. Qui è tutto da radio-Mia (?). Il mio stomaco contenente una mela (god, ormai credo sia stata digerita da mò) ringrazia e saluta gli spettatori. Anche se non esistono. A tal proposito, lo so, devo farmi un giro sui vostri blog e mi mancate. Amen.

1 maggio 2013

Stava andando tutto meravigliosamente bene, fino a direi ieri.

E in questi giorni ho anche scoperto una cosa che mi ha molto sollevato (immaginate di essere omosessuali -in altri tempi, oggi è già diverso- e pensare di essere sbagliati per tutta la vita, non parlarne con nessuno e non capire, sentirsi soli e poi un bel giorno all'improvviso scoprire che non c'è niente di male e tantomeno malato, ma soprattutto che esistono MILIARDI di omosessuali come voi).

Eppure? Eppure rieccoci, sempre e comunque, qui. Dico sempre di essere stufa di me stessa e di questa situazione, del non capire perchè faccio o non faccio certe cose e quindi smettere. Ma credo che la mia supposta stanchezza disperata in realtà sia un'infinita energia del cazzo, altrimenti non si spiega come io riesca ad andare avanti ed ogni volta iniziare tutto dall'inizio. Se fossi davvero stanca collasserei, in un modo o nell'altro. Invece no.

Giusto ieri notte ho pensato che forse è davvero una perdita di tempo ed una scusa dire e pensare non riesco a cambiare perchè non so le motivazioni che mi portano a fare così, quindi senza affrontare l'origine di questo come posso modificarmi, non sapendo?...ne sono sempre stata convinta, di questo. Onestamente e genuinamente convinta. Pensavo che per quanti tentativi uno possa fare non può mai risolvere le cose senza sapere la vera motivazione che causa le stesse. Oppure che si può anche agire tamponando un sintomo, ma la vera malattia (problema, trauma, paura o quel che è) resterà sempre lì e quindi sarà inutile fare qualcosa solo su un'apparenza, perchè o magari si creerebbero altri "sintomi" ben peggiori per compensare o perchè comunque si sarà sempre tentati dal tornare alle vecchie abitudini, in balia del pensiero malato, pur avendo smesso con certi comportamenti. Questi erano i miei pensieri.

Invece, sono CAZZATE. Una marea di cazzate e scuse per non fare niente o per fallire miseramente. Stronzate. Sono stronzate perchè se sei una persona adulta, intelligente e responsabile (o almeno, non vigliacca), non te ne frega un cazzo di trovare e scoprire queste famose "motivazioni basilari inconsce", ti basta sapere che una cosa non va bene e ti fa del male per decidere di smetterla, punto. Non ci sono scuse. Esiste un senso del dovere, un decidere di comportarsi in un certo modo. Il decidere di non cedere a certi impulsi -nocivi a noi stessi- solo perchè li sentiamo, infantilmente, senza preoccuparci delle conseguenze. Perchè non abbiamo più dieci anni. E perchè TUTTE le persone del mondo sono vittime di impulsi, paure, pensieri negativi, emozioni. Ma non tutte cedono e si lasciano vivere in balia di esse, è solo questa la differenza. E queste persone sono da ammirare, anche se certo, esiste anche chi vive serenamente solo perchè non ha chissà quale mostro da combattare ed il problema non si pone neanche, come chi ne ha ma ha la meglio su essi. Ma più che ammirare gli altri, bisogna solo guardare sè stessi e riconoscere di essere infantili, tutto qui. Nonchè la sola ed unica causa dei propri mali.

Due esempi a caso, molto casuali? Il primo: non si sa se il tuo cervello o qualche altra parte di te ti sussurra (urlando) di correre a mangiare qualcosa, ben più di qualcosa anzi, di arrivare a stare male addirittura fisicamente, oltre al psicologicamente-mentalmente. Non si sa come definirlo, chiamiamolo "impulso", perchè è istintivo e non razionale. Assecondare questo impulso, per quanto forte possa essere e quindi difficile resistergli, fregandosene delle conseguenze e di quanto si starà male, è stupido. Ovviamente è umano e comprensibile, dico solo che cedere ad una "voglia" del momento fregandosene delle conseguenze è immaturo. Non si tratta solo dell'impulso del presente vs il futuro, ma anche di quale "parte" di noi sia a darci l'impulso: non è questione solo di tempi, ma di un lato razionale contro altri più stupidi, infantili e primordiali. Una persona saggia, forte e intelligente, con difficoltà deciderebbe semplicemente di lasciar perdere quello stimolo, dopo starà meglio e si ringrazierà per questo. Questo è essere intelligenti, solo questo. E non si tratta di reprimere niente, cosa che sarebbe dannosa...si tratta solo di accettare la presenza dei sussurri invitanti della mente, prenderne atto (e trovare altri momenti per farli sfogare, comunque dar loro un certo spazio ed un'importanza) E, però, decidere di far vincere la nostra razionalità, facendo ciò che è più giusto e migliore per noi. Altro esempio? I propri doveri, quel che si deve fare. Penso sia normale che "qualcosa" ci suggerisca ogni tanto di mandare al diavolo le proprie responsabilità in nome di qualche pensiero fugace del momento, che si tratti di fare una cosa che non piace, magari in una situazione che ci causa disagio o anche solo per la voglia di fare tutt'altro. Questo è normale, un pò meno è mettere sempre in primo piano il pensiero fugace e poi pentirsene e dopo stare male per quel che si è fatto (o meglio, per quel che si doveva fare ma non si è fatto). Seguire la propria voglia di "non pensare al dovere, non fare un cazzo" e passare la giornata a guardare la televisione, non è maturo. 

Bene, non che sia stata una shockante rivelazione, ma l'altra notte ho davvero e seriamente pensato e riflettutto su queste cose, quindi avendo in mente che se l'indomani io avessi continuato a non fare un cazzo (o peggio, mi fossi anche rovinata col cibo) sarebbe stata solo una debolezza. E cosa faccio da due giorni? Mangio e non apro i libri. Eppure. A voi le conclusioni.

Oh, mangio più di quanto dovrei e avrei bisogno. E soprattutto, continuo ad ostinarmi a non pensare alla mia unica "cosa da fare"...se fossi in me, lucidamente, dovrei avere un attacco di panico e mettermi a lavorare da adesso a domenica, notte e giorno, senza mai dormire. Ma non sono in me, perchè anche in questo momento io non ci sto pensando veramente. No. Ora mi sto facendo cullare dal "nulla, voglia del momento, non pensare e fregarsene". Domenica dovrei e probabilmente partirò -non ho scelta- per una settimana di scuola in cui ci sarà la simulazione dell'esame orale: a quest'ora dovrei già star studiando (se non aver finito e ripassare, meglio) la mia tesi di maturità, per essere a posto. Indovinate? La mia tesi non esiste ancora. Già. Ho tre giorni per FARE una bella e lunga tesi, finendo di collegare tutte le materie (ed a stento ho l'argomento in mente), ammettendo che sia possibile che domenica stessa in viaggio/forse lunedì farò tutto il possibile per studiarla. Già così è impossibile, ma almeno metà del lavoro sarebbe fatta se facessi fisicamente la tesi e al limiti mi ritrovassi a studiarla all'ultimissimo senza dormire. Figuriamoci se non farò niente, dato l'andazzo. Mi immagino già domenica sera senza la tesi nemmeno iniziata, che cazzo farò? E io in genere mi faccio prendere dal panico per molto meno, davvero molto. Immagino ed in qualche modo prevedo quel momento in cui sarà troppo tardi ed io sarò disperata, eppure la cosa non mi tange, non riesco a pensarci davvero. Me ne frego. E dopo aver constato le CAZZATE delle mie principali convinzioni, riesco comunque a far finta di niente e fregarmene di quel che devo fare. Questo è un altro esempio di quel che mi rende una persona di merda. Uno fra tanti. La cosa divertente è che c'è poco da fare, non mi si può dire niente: è un dato di fatto. Lo so e l'unica cosa che posso fare è cambiare, basta poco per prendere in mano la mia vita in questi ultimi giorni e costringermi a fare quel che devo anzichè cazzeggiare. A dormire, domani sveglia alle 8 e imponendomi di fregarmene di qualsiasi pensiero incessante e prioritario in me, tiro fuori le palle e decido di iniziare la disperata scrittura-ricerca della tesi. E se inizierò a lavorarci sù, so già che starò da Dio e sarò fiera di me. Ma fierezza a parte, semplicemente non sarò nei guai settimana prossima. Basta davvero poco per mettersi sulla retta via. Lo so. Ma eccoci qui. E non ci riesco, non voglio riuscirci, sono una vigliacca. Al 90%, nonostante i miei pensieri appena esposti, io alle 4 sarò ancora sveglia, me ne fregherò non vedendo l'ora di sognare cose carine, domani mattina non mi alzerò MAI presto, dormirò tutto il giorno e un'altro giorno sarà passato così. E non è la sveglia il problema, posso anche svegliarmi alle 7 ma non fare niente di scolastico. E così via fino a domenica. E poi cosa farò, domenica deciderò di prendere un treno a caso e vivere per strada una settimana fingendo di essere dove dovrei? No perchè so già che non avrei mai il coraggio di presentarmi lì senza niente da dire (e nemmeno da far leggere). Non partirò? E dove starò una settimana? I miei nemmeno sanno della tesi, ma non ho scuse per non andare. Non so nemmeno se potrei non andare. Vaffanculo.