1 maggio 2013

Stava andando tutto meravigliosamente bene, fino a direi ieri.

E in questi giorni ho anche scoperto una cosa che mi ha molto sollevato (immaginate di essere omosessuali -in altri tempi, oggi è già diverso- e pensare di essere sbagliati per tutta la vita, non parlarne con nessuno e non capire, sentirsi soli e poi un bel giorno all'improvviso scoprire che non c'è niente di male e tantomeno malato, ma soprattutto che esistono MILIARDI di omosessuali come voi).

Eppure? Eppure rieccoci, sempre e comunque, qui. Dico sempre di essere stufa di me stessa e di questa situazione, del non capire perchè faccio o non faccio certe cose e quindi smettere. Ma credo che la mia supposta stanchezza disperata in realtà sia un'infinita energia del cazzo, altrimenti non si spiega come io riesca ad andare avanti ed ogni volta iniziare tutto dall'inizio. Se fossi davvero stanca collasserei, in un modo o nell'altro. Invece no.

Giusto ieri notte ho pensato che forse è davvero una perdita di tempo ed una scusa dire e pensare non riesco a cambiare perchè non so le motivazioni che mi portano a fare così, quindi senza affrontare l'origine di questo come posso modificarmi, non sapendo?...ne sono sempre stata convinta, di questo. Onestamente e genuinamente convinta. Pensavo che per quanti tentativi uno possa fare non può mai risolvere le cose senza sapere la vera motivazione che causa le stesse. Oppure che si può anche agire tamponando un sintomo, ma la vera malattia (problema, trauma, paura o quel che è) resterà sempre lì e quindi sarà inutile fare qualcosa solo su un'apparenza, perchè o magari si creerebbero altri "sintomi" ben peggiori per compensare o perchè comunque si sarà sempre tentati dal tornare alle vecchie abitudini, in balia del pensiero malato, pur avendo smesso con certi comportamenti. Questi erano i miei pensieri.

Invece, sono CAZZATE. Una marea di cazzate e scuse per non fare niente o per fallire miseramente. Stronzate. Sono stronzate perchè se sei una persona adulta, intelligente e responsabile (o almeno, non vigliacca), non te ne frega un cazzo di trovare e scoprire queste famose "motivazioni basilari inconsce", ti basta sapere che una cosa non va bene e ti fa del male per decidere di smetterla, punto. Non ci sono scuse. Esiste un senso del dovere, un decidere di comportarsi in un certo modo. Il decidere di non cedere a certi impulsi -nocivi a noi stessi- solo perchè li sentiamo, infantilmente, senza preoccuparci delle conseguenze. Perchè non abbiamo più dieci anni. E perchè TUTTE le persone del mondo sono vittime di impulsi, paure, pensieri negativi, emozioni. Ma non tutte cedono e si lasciano vivere in balia di esse, è solo questa la differenza. E queste persone sono da ammirare, anche se certo, esiste anche chi vive serenamente solo perchè non ha chissà quale mostro da combattare ed il problema non si pone neanche, come chi ne ha ma ha la meglio su essi. Ma più che ammirare gli altri, bisogna solo guardare sè stessi e riconoscere di essere infantili, tutto qui. Nonchè la sola ed unica causa dei propri mali.

Due esempi a caso, molto casuali? Il primo: non si sa se il tuo cervello o qualche altra parte di te ti sussurra (urlando) di correre a mangiare qualcosa, ben più di qualcosa anzi, di arrivare a stare male addirittura fisicamente, oltre al psicologicamente-mentalmente. Non si sa come definirlo, chiamiamolo "impulso", perchè è istintivo e non razionale. Assecondare questo impulso, per quanto forte possa essere e quindi difficile resistergli, fregandosene delle conseguenze e di quanto si starà male, è stupido. Ovviamente è umano e comprensibile, dico solo che cedere ad una "voglia" del momento fregandosene delle conseguenze è immaturo. Non si tratta solo dell'impulso del presente vs il futuro, ma anche di quale "parte" di noi sia a darci l'impulso: non è questione solo di tempi, ma di un lato razionale contro altri più stupidi, infantili e primordiali. Una persona saggia, forte e intelligente, con difficoltà deciderebbe semplicemente di lasciar perdere quello stimolo, dopo starà meglio e si ringrazierà per questo. Questo è essere intelligenti, solo questo. E non si tratta di reprimere niente, cosa che sarebbe dannosa...si tratta solo di accettare la presenza dei sussurri invitanti della mente, prenderne atto (e trovare altri momenti per farli sfogare, comunque dar loro un certo spazio ed un'importanza) E, però, decidere di far vincere la nostra razionalità, facendo ciò che è più giusto e migliore per noi. Altro esempio? I propri doveri, quel che si deve fare. Penso sia normale che "qualcosa" ci suggerisca ogni tanto di mandare al diavolo le proprie responsabilità in nome di qualche pensiero fugace del momento, che si tratti di fare una cosa che non piace, magari in una situazione che ci causa disagio o anche solo per la voglia di fare tutt'altro. Questo è normale, un pò meno è mettere sempre in primo piano il pensiero fugace e poi pentirsene e dopo stare male per quel che si è fatto (o meglio, per quel che si doveva fare ma non si è fatto). Seguire la propria voglia di "non pensare al dovere, non fare un cazzo" e passare la giornata a guardare la televisione, non è maturo. 

Bene, non che sia stata una shockante rivelazione, ma l'altra notte ho davvero e seriamente pensato e riflettutto su queste cose, quindi avendo in mente che se l'indomani io avessi continuato a non fare un cazzo (o peggio, mi fossi anche rovinata col cibo) sarebbe stata solo una debolezza. E cosa faccio da due giorni? Mangio e non apro i libri. Eppure. A voi le conclusioni.

Oh, mangio più di quanto dovrei e avrei bisogno. E soprattutto, continuo ad ostinarmi a non pensare alla mia unica "cosa da fare"...se fossi in me, lucidamente, dovrei avere un attacco di panico e mettermi a lavorare da adesso a domenica, notte e giorno, senza mai dormire. Ma non sono in me, perchè anche in questo momento io non ci sto pensando veramente. No. Ora mi sto facendo cullare dal "nulla, voglia del momento, non pensare e fregarsene". Domenica dovrei e probabilmente partirò -non ho scelta- per una settimana di scuola in cui ci sarà la simulazione dell'esame orale: a quest'ora dovrei già star studiando (se non aver finito e ripassare, meglio) la mia tesi di maturità, per essere a posto. Indovinate? La mia tesi non esiste ancora. Già. Ho tre giorni per FARE una bella e lunga tesi, finendo di collegare tutte le materie (ed a stento ho l'argomento in mente), ammettendo che sia possibile che domenica stessa in viaggio/forse lunedì farò tutto il possibile per studiarla. Già così è impossibile, ma almeno metà del lavoro sarebbe fatta se facessi fisicamente la tesi e al limiti mi ritrovassi a studiarla all'ultimissimo senza dormire. Figuriamoci se non farò niente, dato l'andazzo. Mi immagino già domenica sera senza la tesi nemmeno iniziata, che cazzo farò? E io in genere mi faccio prendere dal panico per molto meno, davvero molto. Immagino ed in qualche modo prevedo quel momento in cui sarà troppo tardi ed io sarò disperata, eppure la cosa non mi tange, non riesco a pensarci davvero. Me ne frego. E dopo aver constato le CAZZATE delle mie principali convinzioni, riesco comunque a far finta di niente e fregarmene di quel che devo fare. Questo è un altro esempio di quel che mi rende una persona di merda. Uno fra tanti. La cosa divertente è che c'è poco da fare, non mi si può dire niente: è un dato di fatto. Lo so e l'unica cosa che posso fare è cambiare, basta poco per prendere in mano la mia vita in questi ultimi giorni e costringermi a fare quel che devo anzichè cazzeggiare. A dormire, domani sveglia alle 8 e imponendomi di fregarmene di qualsiasi pensiero incessante e prioritario in me, tiro fuori le palle e decido di iniziare la disperata scrittura-ricerca della tesi. E se inizierò a lavorarci sù, so già che starò da Dio e sarò fiera di me. Ma fierezza a parte, semplicemente non sarò nei guai settimana prossima. Basta davvero poco per mettersi sulla retta via. Lo so. Ma eccoci qui. E non ci riesco, non voglio riuscirci, sono una vigliacca. Al 90%, nonostante i miei pensieri appena esposti, io alle 4 sarò ancora sveglia, me ne fregherò non vedendo l'ora di sognare cose carine, domani mattina non mi alzerò MAI presto, dormirò tutto il giorno e un'altro giorno sarà passato così. E non è la sveglia il problema, posso anche svegliarmi alle 7 ma non fare niente di scolastico. E così via fino a domenica. E poi cosa farò, domenica deciderò di prendere un treno a caso e vivere per strada una settimana fingendo di essere dove dovrei? No perchè so già che non avrei mai il coraggio di presentarmi lì senza niente da dire (e nemmeno da far leggere). Non partirò? E dove starò una settimana? I miei nemmeno sanno della tesi, ma non ho scuse per non andare. Non so nemmeno se potrei non andare. Vaffanculo.

2 commenti:

  1. Si.Sono scuse. Hai ragione. Siamo infantili. E forse si è arrivato il momento di ammettere che tutta questa stanchezza non è altro che energia.
    edie

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  2. Quello che dici è perfettamente vero ne ho sempre la dimstrazione tutte le sante settimane che cazzo bisogna fare per ribellarsi a tutto ciò ?

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Se ci fossero altri visitatori all'infuori di questo mondo, più che al rispetto inviterei agli insulti, per il semplice motivo che non esiste alcuna ragione al mondo per cui io possa essere insultata (riguardante il mondo dei dca, quantomeno) e potrei felicemente rispondere ed argomentare qualsiasi critica o altra stronzata. Ma tanto sono sfigata e il karma non mi accontenta mai, c'est la vie. Per le altre, invece: grazie di essere passate.