1 giugno 2013

Muore di fame ma sta desiderando un nuovo oggetto, qualcosa di stupendo. Infine rompe la vetrina e se lo prende, così sorriderà mentre cade a fondo.

Le ultime tre settimane sono state strane, ma nel complesso esilaranti. Come spesso accade.

La prima sono partita per i soliti cinque giorni e...per la PRIMA volta, però, non mi sono MAI presentata in classe (motivo per cui ero andata e vado lì da Ottobre, cioè di fare verifiche e poter avere abbastanza voti per essere ammessa agli esami come interna a quella scuola). Quantomeno digiunando e tornando dimagrita e in versione yea, ovvio. E lottando con le donne delle pulizie russe che mi credevano morta solo perchè alle cazzo di ore nove entravano in camera a pulire ed io dormivo quasi sempre: è stato un viaggio istruttivo, insomma.

La seconda l'ho passata a casa col mio gemello senza genitori -che sono andati a vedersi in diretta la nascita della nipotina a Tenerife...che dolce, per un pelo sarà la prima Gemelli che io conosca; dunque son zia, ma finchè non vedrò nè stringerò la stronzetta non mi sembrerà vero- e l'unica cosa che sono riuscita a fare dei miei grandi progetti è stata: procurarmi il Valium, a caso, per l'ansia. Azione epica in quanto non molto legale, pur essendo effettivamente stata dal mio medico per avere la ricetta (sì, n'altra). Domenica, reduce da tutto, ero così disperata e sul punto di esplodere e uccidermi per aver rovinato tutto e soprattutto non aver fatto niente di utile che sono arrivata al punto di invitare mia madre ad uscire...alla fine non le ho detto niente nè mi sono sfogata, ma è stato carino (guidato sempre io, centro commerciale, mini-spesina, mi son fatta comprare qualcosa che mi serviva per il viaggio e non mi ero ancora procurata perchè "dai ho bisogno di affetto!" e poi sono voluta andare a "guardare da fuori" ergo stalkerare la famosa villa dell'infanzia amata e dovuta lasciare a sette anni, in un paesino vicino, cosa che volevo fare da almeno dieci anni).

La terza settimana tutt'ora in corso direi che è la migliore: ieri sera sono tornata dalla mia penultima -l'ultima sarà per fare gli esami di maturità, già rido- trasferta, arrivando a cinque giorni di digiuno e senza mandare a puttane tutto già dalla prima cena del mio ritorno. Ho scoperto di essermi dannata l'anima -e anche di aver portato fin lì il mio culo- per n-i-e-n-t-e, poichè nonostante qualche voto mancante, siamo stati tutti indistintamente ammessi agli esami. Come sospettavo, ma non potevo esserne sicura e non era il caso di rischiare, direi.

Ora sono qui e la cosa non mi dispiace affatto: sto mantenendo il mio equilibrio ed è tutto in ordine. Fantastico. A livello puramente teorico si avvicina l'estate. Ieri, quasi alla stessa ora siamo arrivate qui sia io che mia nonna venuta a trovarci, dopo insoliti mesi e mesi. Che poi ci sarà pur un motivo. Martedì invece arriverà mia sorella per un paio di giorni (ciao musica sia di giorno che di notte mentre dormo, ciao fumare come un turco, ciao farmi i cazzi miei, ciao letto matrimoniale più che mezzo libero e ciao infine anche al mio sonno notturno, prevedendo le solite sue fottute videochiamate su skype alle 4 col suo ragazzo-a-distanza, nonchè ipad e iphone perennemente e irritantemente suonanti), ma sarà carino e sicuramente usciremo e faremo qualcosa insieme. Mia nonna proverà a portarmi in chiesa. Dovrò fare probabilmente più di una lezione a settimana di pianoforte per finire in tempo, date tutte quelle che ho perso. Intendo cagare quelle du-tre persone amiche. E assolutamente vedere Lui, dato come siamo messi. La scuola, durando fino a Maggio, è finita mentre io ero a grattarmela, peccato. Credo basta. Ah. In tutto ciò, da domani partono le mie ULTIME DUE SETTIMANE LAST-MINUTE per studiare il programma di quinta superiore (scoprire quale sia, prima) fare la tesi e magari almeno leggermela. Forse la calma è la virtù dei forti, quindi no problem.

E questo è ciò che mi aspetta nella prima fase di quest'ultimo mese al cui termine ci saranno libertà e vuoto, un eccitante vuoto. Dopo, in massimo due settimane -a seconda del tempo di distanza tra scritti e l'orale- avrò finito tutto e si presume avrò il DIPLOMA. Quindi, un mese per chiudere con tutta questa merda e finire una fase della mia vita. So che è solo un pezzo di carta (lo sostengo da anni io, figuriamoci, che mi ci pulirei il culo!), ma per me è concettualmente importante: sia perchè ho perso due anni (e quando e se fallisco, anche solo per questioni di tempi, inconsciamente mi si istilla pian piano la credenza di non potercela fare e che sia impossibile, manco il progetto fosse di sposare Brad Pitt) sia perchè, necessariamente, dopo la mia vita cambierà, per quel che dovrò fare. Ovviamente, ha uno scopo futuro e lavorativo: è solo che la questione concettuale mi preme di più, al momento. Anyway, vediamo di levarcelo dai coglioni, questo diploma.

Oggi? Ho straordinariamente disfatto e sistemato meticolosamente il contenuto della valigia. Sono allegra. Ho gioiosamente cucinato il pranzo per la mia famiglia + 1/3 (la vecchia). Prima il tempo ero bruttino ma è spuntato il sole ed a breve mi preparerò per uscire e andare all'Esselunga con mia madre (adoro andare a fare la spesa, da sempre). E mi manca e amo guidare, cazzo. Poi dovrei organizzare il mio studio ed i miei prossimi giorni -altra cosa che amo fare!- suonare un pò e credo basta. E poi l'aver comprato miliardi di post-it tenerissimi renderà il tutto ancora più bello. Mi sono decisa a piantare un fottuto chiodo nel muro e attaccarci il calendario, che non so mai che cazzo di giorno è e forse mi aiuterà a capire che devo darmi una mossa a studiare. A parte ciò...oggi sarebbe il sesto giorno di digiuno* consecutivo (ma son certa che lo sarà anche stanotte).

* Parentesi alimentare o questo blog sarebbe irriconoscibile. Dunque: sicuramente sbaglio, ma ho "deciso" che posso considerare un giorno di digiuno finchè non mangio niente di solido -lo so, potrei arrivare anche a 3000kcal bevendo litri di coca-cola, per esempio- E mi limito, al massimo a due cappuccini al giorno, fatti rigorosamente con latte scremato e senza zucchero (dietor=0kcal). E comunque il latte non è molto,  considerando che quasi 1/4 di bicchiere è composto da caffè e al massimo sarebbero 100kcal al giorno, sicuramente e ampliamente smaltite. Ammetto la mia paura di dover abbandonare il latte: prima o poi dovrò iniziare a mangiare. Intendo mangiare solo frutta e verdura, infatti il latte non sarebbe assolutamente contemplato nella mia ultima idea di giusta filosofia alimentare (niente animali nè loro prodotti, niente schifezze industriali ed elaborate). Ho il terrore che basterebbero due mele e un pò di broccoli per lievitare e gonfiarmi (comunque, frutta=carboidrati), ma basterà limitarmi e non esagerare, o almeno spero. Vedremo.

Stronzate a parte, beccatevi lo stupendo testo di questa canzone:


10 maggio 2013

Lo so che non coincidono le previsioni e l'esito.


Tralasciando davvero molte, troppe disastrose cose che infondo mi sono successe a causa di un mio errore (quello di optare per non adempiere alla mia responsabilità ed essere rimasta a casa la scorsa settimana...e ops, in compenso e contrariamente ai miei piani, dovrò partire domenica o lunedì)...da dove inziare?

Che dire? Di cosa parlare? Perchè parlare? A che serve? Perchè respiriamo? A che pro?

Ignorando tutto il caos che ho dentro, ieri notte mentre scrivevo sulla mia agenda e pensavo come di routine al mio piano per l'indomani, ho fatto una cosa banalissima per dimostrarmi quanto IO sia la maggior causa dei miei mali. In riferimento al futuro, (a partire da oggi e arrivando a quel che mi attenderà nel breve termine), ho diviso il foglio a metà: da una parte visione ottimista e serena, dall'altra mia visione tipica. Ed ho scritto tutto, immaginando quello che avrei fatto e pensato in entrambi i casi, come mi sarei sentita e perfino gli esiti del tutto. Ho palesemente visto come a parità di eventi e situazioni, si possa vivere non dico perfettamente ma comunque serenamente...oppure mandare tutto a puttane e stare da schifo. Sarà banale, ma mi è servito a rendermi conto di quanto la colpa sia mia, non solo per quello che faccio o non faccio, ma SOPRATTUTTO per il peso che do alle cose, per come reagisco alle mie stesse scelte, per come un dettaglio insignificante come una parola riesca a farmi impazzire, per la mia ansia, per le mie ossessioni, per tutto. Come fanno tutte le persone normali, dovrei essere in grado di essere serena e positiva di base, nonostante magari un errore di valutazione o una scelta fatta deliberatamente in nome della fuga dalla paura. Ed ho notato, oltre al mio umore, come anche i fatti in sè potrebbero essere radicalmente diversi (ovvio, tutto dipende). Dopo le due visioni a confronto, ho anche pensato che basterebbe una semplice via di mezzo, senza che la prima visione positiva dovesse essere perfetta ed impeccabile in ogni mi passo...anche il mio essere autocritica e troppo esigente con me stessa non aiuta (ma purtroppo questo è l'ultimo dei miei problemi, eh: se campassi di questo sarei tutta un'altra persona, totalmente), infatti la soluzione ideale è un semplice equilibrio.

Lunedì ho fatto una full-immersion nel passato necessaria, poichè mi è venuta voglia di disegnare. Voglia di esprimere qualcosa, provando a cambiare mezzo. Ho guardato i miei vecchi lavori di anni di artistico, nonchè trovato e minuziosamente pulito ogni strumento (come le mie adorate ottanta matite tenute disordinatamente da mio fratello). Cazzi e mazzi vari, ma poi? Foglio bianco. Non ho niente in testa. O se ce l'ho non ho idea di come esprimerlo. O forse non mi interessa neanche farlo. In ogni caso: non ci riesco. Dio, pensando anche al passato...io non sono adatta per vivere. Non ho la stoffa per farlo. Per sopravvivere ne ho eccome, di talento. Ho anche una laurea in autodistruzione. Ma vivere, proprio, niente. O almeno non in senso comune, in una vita fatta per esprimersi (più o meno artisticamente: basterebbe l'italiano) e soprattutto comunicare, avendo a che fare con gli altri. Tolto questo, cosa resta da fare? Niente. E infatti.

Tornando al giochino dei vs, di fronte a queste contrastanti visioni, ovviamente facendomi una grassa risata ho dato per scontato che avrei seguito la prima versione rosea, anzichè la mia solita. Anche solo come esperimento. Perchè è verissimo che tutto sta a noi, davvero e sottolineo, a parità di situazioni: non solo per come tu reagisci agli altri (che di per loro sono relativamente imprevedibili, così come certi eventi), ma anche perchè il tuo stesso modo di porti e dire le cose influenza gli altri e il loro feedback.

Oggi ho quindi fatto tutto quel che ho immaginato nella visione ottimista della mia vita a breve termine. Amo sperimentare. [E mi sarei anche incazzata non poco se avessi concluso che sarebbe bastato così poco per cambiare radicalmente vita.] E, dunque, cosa è successo? Niente. Non è servito a niente. Non è cambiato niente. Quindi è tutto inutile? Quindi non dipende da me? Quindi se faccio il mio dovere non significa nulla e resto la solita ragazzina idiota? Se anzichè domandare dubbiosa, affermo, non cambia niente? Se sono positiva non serve a niente? Dovrei tentare di nuovo l'esperimento, perchè magari è stata solo sfiga? No. Io non lo so cosa cazzo c'è di sbagliato in me o nella vita, o in entrambe le cose. Perchè tutto tenda irrimediabilmente e sempre a crollare. Non lo so. Ma meno di 24h credevo di aver trovato la risposta nel STA A ME, EASY, di essermi allegramente illuminata. Bene. Non sta a me un cazzo, perchè gli altri comunque dicono e fanno cazzate (e fin qui, passi)...ma io non riuscirò MAI a fregarmene del tutto, a ignorare e restare sulla mia retta via, senza influenze. Altro che condizionarli a mio favore. Oh cazzo, ma allora resta vero che dipende tutto da me, perchè sono sempre e comunque IO che do troppo e immeritato peso agli altri. Poi certo, devo dire che loro si impegnano al massimo. Merda. Bene, la morale è sempre la stessa: è colpa mia. Quindi non posso neanche lamentarmi. Shut up.

Comunque, non è che io non veda alcuna luce infondo al tunnel, è solo che non ho neanche più voglia di aprire gli occhi. Tanto sarebbe inutile: godiamoci il buio imposto.

2 maggio 2013

Runaway train burnin' in my veins.

Il mio nuovo motto è LET IT BE...STOCAZZO. Perchè se lasci che sia non puoi anche rompere i coglioni. Ma io rompo i coglioni, quindi era il caso di cambiare. Data la mia memoria di merda e la mia costante voglia di rileggermi a puri scopi d'insulto, non intendo cancellare niente del mio blog, nè ora nè mai. Ma ho cambiato il titolo per la prima volta, non è cosa da poco! (anche se sembra scendere di un gradino rispetto ad un'ipotetica linea depressiva, ndr). Non è così.

Non so cosa sia cambiato, ma stamattina ho alzato il culo alle sette -chè neanche quando mi degno di andare a scuola- alla fine è spuntato il sole ed in tutto ho passato tre ore con due diverse persone, di cui una che non vedevo da più di un anno. Ora. Il 99% delle volte che ho a che fare con semplici esseri umani ne esco peggio di prima, ma oggi non è stato così. Me compresa eh. Ed ho potuto nuovamente constatare come mi basti davvero poco per cambiare totalmente il mio umore e perfino la mia visione della vita: mi basta un caffè con qualcuno che abbia voglia di ascoltarmi per cinque minuti (e di essere ascoltato, sott'inteso). Ed una bella giornata.

{Poi, non so per quale razza di strana magia, ma ultimamente e soprattutto oggi diciamo che mi vedo carina o più precisamente meglio del solito -e il solito fa schifo. Non solo in generale ma per molti dettagli che sto particolarmente curando da qualche mese (per esempio,  i miei poveri ed un tempo disastrati capelli, l'obiettivo di arrivare al giorno in cui potrò uscire di casa senza trucco ma senza rischiare un ictus perchè la mia pelle sarà priva di qualsiasi imperfezione e magari di occhiaie, se non è chiedere troppo, e cose simili). E sto dormendo molto meno del solito, ma riposandomi (saranno i 30mg di melatonina tutti insieme che mi sparo ogni tanto?). So che sono cazzate e soprattutto sono molto superficiali, ma non essendoci abituata sono state piccole soddisfazioni. E non è male camminare a testa alta sotto il sole con qualche persona che ti fissa o fa qualche commento del cazzo, di tanto in tanto: un piccolo yea per la mia stupida autostima ballerina, anche se poi degli altri non mi è mai importato granchè o non sarei MAI qui a farmi problemi, dati i riscontri del mondo (non negativi) che io trovo assurdi e irrilevanti.}

Forse basta il confronto, oltre all'ascolto ed almeno un essere più o meno umano che per un'istante dimostri di avere fiducia in te, per uscirne positivi e motivati. Motivati, un pò ed anche solo per sentirsi in dovere di fare il proprio lavoro perchè lo fa qualcuno che stimiamo ed è giusto che lo facciamo anche noi, quindi. So che è stupido e ognuno deve fare il suo dovere senza guardare niente e nessun altro, ma a me ha comunque motivato. Ergo, ho mandato a fanculo i miei assurdi piani malvagi per scappare e fingere di partire per una settimana, o di non andare in nome di chissà quali conseguenze, di non fare niente in questi giorni e farmi prendere dal panico perchè è impossibile: sticazzi, in qualche ora di impegno si fa. Basta e avanza un giorno. Alias, farò la tesi e in ogni caso domenica andrò lì, punto. Riflettendo, ho anche constatato che tra due mesi tutto questo sarà finito e poi avrò tempo e modo di pensare allo splendido futuro che vorrò avere! A partire da in che stato vorrei essere (la scelta è tra due, almeno secondo mio padre). Non mi permetto di farlo già adesso ignorando la sfida della maturità e non facendo niente, anche perchè voglio assaporarmi quel momento quando sarò davvero libera (e comunque è nella mia natura premeditare, se non ora a breve inzierò a progettare), ma so che una volta fatti questi fottuti esami, lo farò e sarà stupendo. E non me ne frega un cazzo del diploma, è perlopiù questione di principio, il passo che mi manca per uscire dalla fase testa di cazzo, tutto qui.

Curiosamente, sia per la patente che per il diploma alla fine ho collezionato due anni di ritardo...e per quanto banali (specie la prima) queste cose le ho sempre viste come "primi passi di cose da grandi" e per me erano importanti. Per la serie: chissà se invece me ne fregava un cazzo che fine avrei fatto. Tipo sarei morta con la licenza della terza media. Anyway. So che non è niente, ma dopo gli esami qualcosa cambierà e mi sarò svincolata dall'essere teenager (che ormai sono vecchia, io parlo di mentalità e modo di vivere)...ovviamente non solo perchè avrò una carta in mano. Date le mie ultime scoperte e riflessioni -poi, mai fatte in vent'anni- non stento a credere che sia veramente giunto il mio tempo di voltare pagina. E i due fottuti anni di ritardo collezionati, li recupererò in fretta, non sono nulla. Dio, se penso che ho almeno cinquant'anni di vita davanti vorrei spararmi subito. [Quanti sono? Passeranno mai? Perchè sono già esaurita dopo venti? Funziono come gli anni dei cani? Sono solo vecchia dentro?] No perchè io amo sempre la vita, molto profondamente. Giuro. Una persona mi ha fatto notare che sono strana perchè parlo sempre di morte (in espressioni del tipo "sono morta, a domani!" o "se sarò ancora viva sì" etc). E Psyco mi aveva fatto notare il mio invocare Dio -escluse le bestemmie- o comunque rivolgermi al cielo e cose simili, anche se si riferiva perlopiù agli stati su facebook...tra l'altro ignorando le mille citazioni a canzoni o altro. Of course l'ho notato anche io. Anche ora. Devo farmi qualche domanda?

Mah. Qui è tutto da radio-Mia (?). Il mio stomaco contenente una mela (god, ormai credo sia stata digerita da mò) ringrazia e saluta gli spettatori. Anche se non esistono. A tal proposito, lo so, devo farmi un giro sui vostri blog e mi mancate. Amen.

1 maggio 2013

Stava andando tutto meravigliosamente bene, fino a direi ieri.

E in questi giorni ho anche scoperto una cosa che mi ha molto sollevato (immaginate di essere omosessuali -in altri tempi, oggi è già diverso- e pensare di essere sbagliati per tutta la vita, non parlarne con nessuno e non capire, sentirsi soli e poi un bel giorno all'improvviso scoprire che non c'è niente di male e tantomeno malato, ma soprattutto che esistono MILIARDI di omosessuali come voi).

Eppure? Eppure rieccoci, sempre e comunque, qui. Dico sempre di essere stufa di me stessa e di questa situazione, del non capire perchè faccio o non faccio certe cose e quindi smettere. Ma credo che la mia supposta stanchezza disperata in realtà sia un'infinita energia del cazzo, altrimenti non si spiega come io riesca ad andare avanti ed ogni volta iniziare tutto dall'inizio. Se fossi davvero stanca collasserei, in un modo o nell'altro. Invece no.

Giusto ieri notte ho pensato che forse è davvero una perdita di tempo ed una scusa dire e pensare non riesco a cambiare perchè non so le motivazioni che mi portano a fare così, quindi senza affrontare l'origine di questo come posso modificarmi, non sapendo?...ne sono sempre stata convinta, di questo. Onestamente e genuinamente convinta. Pensavo che per quanti tentativi uno possa fare non può mai risolvere le cose senza sapere la vera motivazione che causa le stesse. Oppure che si può anche agire tamponando un sintomo, ma la vera malattia (problema, trauma, paura o quel che è) resterà sempre lì e quindi sarà inutile fare qualcosa solo su un'apparenza, perchè o magari si creerebbero altri "sintomi" ben peggiori per compensare o perchè comunque si sarà sempre tentati dal tornare alle vecchie abitudini, in balia del pensiero malato, pur avendo smesso con certi comportamenti. Questi erano i miei pensieri.

Invece, sono CAZZATE. Una marea di cazzate e scuse per non fare niente o per fallire miseramente. Stronzate. Sono stronzate perchè se sei una persona adulta, intelligente e responsabile (o almeno, non vigliacca), non te ne frega un cazzo di trovare e scoprire queste famose "motivazioni basilari inconsce", ti basta sapere che una cosa non va bene e ti fa del male per decidere di smetterla, punto. Non ci sono scuse. Esiste un senso del dovere, un decidere di comportarsi in un certo modo. Il decidere di non cedere a certi impulsi -nocivi a noi stessi- solo perchè li sentiamo, infantilmente, senza preoccuparci delle conseguenze. Perchè non abbiamo più dieci anni. E perchè TUTTE le persone del mondo sono vittime di impulsi, paure, pensieri negativi, emozioni. Ma non tutte cedono e si lasciano vivere in balia di esse, è solo questa la differenza. E queste persone sono da ammirare, anche se certo, esiste anche chi vive serenamente solo perchè non ha chissà quale mostro da combattare ed il problema non si pone neanche, come chi ne ha ma ha la meglio su essi. Ma più che ammirare gli altri, bisogna solo guardare sè stessi e riconoscere di essere infantili, tutto qui. Nonchè la sola ed unica causa dei propri mali.

Due esempi a caso, molto casuali? Il primo: non si sa se il tuo cervello o qualche altra parte di te ti sussurra (urlando) di correre a mangiare qualcosa, ben più di qualcosa anzi, di arrivare a stare male addirittura fisicamente, oltre al psicologicamente-mentalmente. Non si sa come definirlo, chiamiamolo "impulso", perchè è istintivo e non razionale. Assecondare questo impulso, per quanto forte possa essere e quindi difficile resistergli, fregandosene delle conseguenze e di quanto si starà male, è stupido. Ovviamente è umano e comprensibile, dico solo che cedere ad una "voglia" del momento fregandosene delle conseguenze è immaturo. Non si tratta solo dell'impulso del presente vs il futuro, ma anche di quale "parte" di noi sia a darci l'impulso: non è questione solo di tempi, ma di un lato razionale contro altri più stupidi, infantili e primordiali. Una persona saggia, forte e intelligente, con difficoltà deciderebbe semplicemente di lasciar perdere quello stimolo, dopo starà meglio e si ringrazierà per questo. Questo è essere intelligenti, solo questo. E non si tratta di reprimere niente, cosa che sarebbe dannosa...si tratta solo di accettare la presenza dei sussurri invitanti della mente, prenderne atto (e trovare altri momenti per farli sfogare, comunque dar loro un certo spazio ed un'importanza) E, però, decidere di far vincere la nostra razionalità, facendo ciò che è più giusto e migliore per noi. Altro esempio? I propri doveri, quel che si deve fare. Penso sia normale che "qualcosa" ci suggerisca ogni tanto di mandare al diavolo le proprie responsabilità in nome di qualche pensiero fugace del momento, che si tratti di fare una cosa che non piace, magari in una situazione che ci causa disagio o anche solo per la voglia di fare tutt'altro. Questo è normale, un pò meno è mettere sempre in primo piano il pensiero fugace e poi pentirsene e dopo stare male per quel che si è fatto (o meglio, per quel che si doveva fare ma non si è fatto). Seguire la propria voglia di "non pensare al dovere, non fare un cazzo" e passare la giornata a guardare la televisione, non è maturo. 

Bene, non che sia stata una shockante rivelazione, ma l'altra notte ho davvero e seriamente pensato e riflettutto su queste cose, quindi avendo in mente che se l'indomani io avessi continuato a non fare un cazzo (o peggio, mi fossi anche rovinata col cibo) sarebbe stata solo una debolezza. E cosa faccio da due giorni? Mangio e non apro i libri. Eppure. A voi le conclusioni.

Oh, mangio più di quanto dovrei e avrei bisogno. E soprattutto, continuo ad ostinarmi a non pensare alla mia unica "cosa da fare"...se fossi in me, lucidamente, dovrei avere un attacco di panico e mettermi a lavorare da adesso a domenica, notte e giorno, senza mai dormire. Ma non sono in me, perchè anche in questo momento io non ci sto pensando veramente. No. Ora mi sto facendo cullare dal "nulla, voglia del momento, non pensare e fregarsene". Domenica dovrei e probabilmente partirò -non ho scelta- per una settimana di scuola in cui ci sarà la simulazione dell'esame orale: a quest'ora dovrei già star studiando (se non aver finito e ripassare, meglio) la mia tesi di maturità, per essere a posto. Indovinate? La mia tesi non esiste ancora. Già. Ho tre giorni per FARE una bella e lunga tesi, finendo di collegare tutte le materie (ed a stento ho l'argomento in mente), ammettendo che sia possibile che domenica stessa in viaggio/forse lunedì farò tutto il possibile per studiarla. Già così è impossibile, ma almeno metà del lavoro sarebbe fatta se facessi fisicamente la tesi e al limiti mi ritrovassi a studiarla all'ultimissimo senza dormire. Figuriamoci se non farò niente, dato l'andazzo. Mi immagino già domenica sera senza la tesi nemmeno iniziata, che cazzo farò? E io in genere mi faccio prendere dal panico per molto meno, davvero molto. Immagino ed in qualche modo prevedo quel momento in cui sarà troppo tardi ed io sarò disperata, eppure la cosa non mi tange, non riesco a pensarci davvero. Me ne frego. E dopo aver constato le CAZZATE delle mie principali convinzioni, riesco comunque a far finta di niente e fregarmene di quel che devo fare. Questo è un altro esempio di quel che mi rende una persona di merda. Uno fra tanti. La cosa divertente è che c'è poco da fare, non mi si può dire niente: è un dato di fatto. Lo so e l'unica cosa che posso fare è cambiare, basta poco per prendere in mano la mia vita in questi ultimi giorni e costringermi a fare quel che devo anzichè cazzeggiare. A dormire, domani sveglia alle 8 e imponendomi di fregarmene di qualsiasi pensiero incessante e prioritario in me, tiro fuori le palle e decido di iniziare la disperata scrittura-ricerca della tesi. E se inizierò a lavorarci sù, so già che starò da Dio e sarò fiera di me. Ma fierezza a parte, semplicemente non sarò nei guai settimana prossima. Basta davvero poco per mettersi sulla retta via. Lo so. Ma eccoci qui. E non ci riesco, non voglio riuscirci, sono una vigliacca. Al 90%, nonostante i miei pensieri appena esposti, io alle 4 sarò ancora sveglia, me ne fregherò non vedendo l'ora di sognare cose carine, domani mattina non mi alzerò MAI presto, dormirò tutto il giorno e un'altro giorno sarà passato così. E non è la sveglia il problema, posso anche svegliarmi alle 7 ma non fare niente di scolastico. E così via fino a domenica. E poi cosa farò, domenica deciderò di prendere un treno a caso e vivere per strada una settimana fingendo di essere dove dovrei? No perchè so già che non avrei mai il coraggio di presentarmi lì senza niente da dire (e nemmeno da far leggere). Non partirò? E dove starò una settimana? I miei nemmeno sanno della tesi, ma non ho scuse per non andare. Non so nemmeno se potrei non andare. Vaffanculo.

14 aprile 2013

Yo.



Sulle note dei miei nuovi amori, scrivo. Tra l'altro ci ho messo quasi un'ora a decidere, guardando attentamente diversi video (live compresi, per un'analisi più obiettiva), se LEI la trovassi solo strana, forse oscena, sexy, potenzialmente bella o cosa...per poi concludere che mi affascina terribilmente e non c'è altro da aggiungere.

Tra cazzate, sogni strani, dormite dalla lunghezza improbabile non riposanti e soprattutto la vecchia ma rinnovata abitudine di bere qualcosina quando mi gira (come ieri, inizialmente per l'ansia pre-lezione di pianoforte), decisamente non ci sono con la testa, al momento. In pochi istanti ho permesso alla mia premeditata domenica di digiuno depurativo di trasformarsi in un blando "dai, uniamoci alla cena famigliare" (a base di patatine fritte e bonroll o qualcosa del genere).

Ma se non me ne frega più di tanto è perchè da domani a venerdì so per certo che digiunerò, e troverò la pace, come tutte le altre volte, dato il solito breve viaggio solitario. Finalmente è giunto questo momento in cui raggiungerò l'estasi mentale prima di tutto, nonchè fisica. E cinque giorni di digiuno continuativo e molte camminate e scale non sono affatto male, considerando -esperienza- che anche solo in tre la differenza su di me è notevole (intendo fisicamente, che per la psiche bastano 24h). Insomma, YEA.

Oggi mi sarei dovuta svegliare massimo alle 8 per fare mille cose, tra cui un last-minute carico di lavatrice (in più di dodici ore i vestiti si sarebbero benissimo potuti asciugare, credo), almeno fare uno schema con l'argomento ed i collegamenti della tesina che dichiarino l'esistenza di un'idea (pur consapevole che bozza della tesi significa ben altro, ma forse sarebbe sempre stato meglio che presentarsi a mani e testa vuota), trovare e mettere insieme il materiale su cui dovrò studiare dal viaggio stesso in poi, fare la valigia e cose simili. Ma mi sono svegliata quasi 12 ore dopo.

Non è colpa mia se il mio gemello alle 4 del mattino mi ha chiesto se fossi sveglia invitandomi ad un momento di chiacchere e bayleis (poichè si era svegliato strano e triste dopo un sogno)...magari è colpa mia se non era la prima cosa che bevevo. O se ero ancora sveglia. O se ho accettato, okay.

Alla faccia dei miei must do before tomorrow, dovrei andare a vedermi Dexter: i miei cari genitori mi hanno appena chiamato, che dolci. Adios.

Credo che poi mi farò dei popcorn, ormai: lo spettacolo è nella mia testa.

P.S: Curioso, è mezzanotte e sono ancora sveglia pur non avendo fatto niente del necessario per domani che si parte. Se fossi pienamente in me ora sarei nel panico e non riuscirei mai ad essere serena con tutto il da farsi ineseguito, non potrei mai dormire senza che sia tutto pronto prima. Invece me ne sbatto i coglioni. Chè tanto è inutile uccidersi con pensieri, programmi, crocette, liste, scritte e ri-scritte. Basta alzare il culo la mattina e in qualche modo ce la si farà, seppur senza tutta questa preparazione (mentale, specie), stop.

12 aprile 2013

Old but gold.

Il famoso post in cui riassumo le celebri scoperte sconvolgenti sulla mia persona, grazie mille a Thana per la sua espressa curiosità di voler leggere, che mi ha fatto superare la pigrizia (mi serviva rileggere tutto ciò, data la mia scarsa memoria).

Scritto Martedì 19 Marzo, di notte.

Come puntualmente accade dall'inizio di quest'anno, la mensile "trasferta" di qualche giorno mi ha salvato dal degenerante e solito circolo vizioso in cui mi ero nuovamente infilata prima di partire. Iniziata da domenica mattina, finirà giovedì sera, viaggio di ritorno compreso. A dir la verità già domenica sera mi sentivo un'altra persona: pace, silenzio, solitudine e soprattutto mè stessa. Oltre a giorni di digiuno e al mio dimezzamento -non chiedetemi come sia possibile, ma lo giuro...saranno anche tutte le scale!- tutto questo mi porta, ogni volta, semplicemente ad un sereno equilibrio (che non sono mai riuscita a tenere una volta tornata a casa, ma questa è un'altra storia) dato anche dall'irrazionale convinzione che questa solitaria quotidianità sia sempre stata la mia vita e sia la norma, dato che mi abituo in quattro e quattr'otto ai cambiamenti. Ma sto divagando poichè so già da tempo che se e quando sono da sola a gestirmi è tutto perfetto, ergo che per me l'ideale sarebbe vivere da sola. L'importante è che oltre all'obiettivo di non perdere me stessa appena rientrata a casa, ho avuto tempo e modo di riflettere.

Tra parentesi, questa volta ho anche potuto scoprire quanto sia dannatamente bello studiare, sia dal punto di vista di sentirsi sereni e pronti avendo fatto il proprio dovere e dovendo essere giudicati che e soprattutto dalla possibilità di scoprire miliardi di cose nuove e affascinanti. Per esempio, mi è capitato di studiare sia Freud (già amato e conosciuto) che Karl Marx dal punto di vista pedagogico: per quanto riguarda l'ultimo, l'idea che la vera essenza e storia dell'uomo sia data dalla produttività è brillante e interessante, così come quella dell'alienazione data dallo snaturamento dello scopo del lavoro nella società capitalistica di quel tempo. Ammetto che non ho mai saputo niente di Marx, oltre al crederlo ironicamente e giusto pour-parler "uno stupido comunista": ora vorrei leggere Il Capitale, per iniziare. Per puro caso, nella traccia di uno dei possibili temi da svolgere ho letto un pensiero di Montale riguardo al tempo che non solo mi ha colpito molto (in quanto ne sono da sempre ossessionata) ma mi ha sia dato un'idea per la tesi di maturità che permesso alla mia celebrolesa mente di avere brillanti idee e teorie sull'umanità, ampliando e attualizzando il suo discorso di base (focalizzato sul lavoro). Insomma, mi sono ricordata che tra due mesi e mezzo dovrò sostenere l'esame di stato e questa è stata praticamente l'unica volta che ho aperto un libro, a tal punto da essermi convinta di non SAPERE -più?- studiare. Oppure, l'aver svolto un altro tema di una poesia di Pascoli, sia grazie a ricerche che alle mie vaghe conoscenze psicologiche mi ha permesso di arrivare ad ipotizzare che a causa della precoce morte dei genitori egli abbia inconsciamente rivisto sua madre in sua sorella Ida con la quale forse aveva un rapporto quantomeno ambiguo, o che non abbia avuto tempo di identificarsi correttamente nel padre...e che tutto questo alla fine gli abbia impedito di vivere una vera relazione amorosa, avere una famiglia e sposare qualcuna, impegnandosi. O magari se schifava il sesso era perchè in realtà era omosessuale e non lo riusciva ad accettare, ma alla fine scappava da ogni donna. Non mi è nemmeno chiaro se abbia mai scopato o no, in ogni caso: cosa me ne frega della sessualità-psiche di Giovanni Pascoli? Francamente niente, ma lo reputo interessante, così come qualsiasi altra cosa.



Ora, parlando delle famose e shockanti nuove consapevolezze, la principale era che sono una persona di merda pur avendo sempre pensato il contrario, dati i fatti che fino ad allora non avevo mai colto e capito.

Buona parte della tesi è data dal fatto che mi sono definitivamente ed irrimediabilmente "accorta" di non limitarmi ad avere "qualche sega mentale a volte", ma proprio di essere schiava di numerosi blocchi/paure che casualmente hanno in comune un filo conduttore. Da lì in poi ho potuto fare riflessioni approfondite su di me e la mia vita, ovviamente, è solo in punto di partenza questo. Nello specifico, ho constatato -grazie a meno di 24h con lui. Bem: una prova dopo l'altra data dalla serata/nottata trascorsa insieme- che di fatto mi rifiuto di cantare, urlare, ballare e perfino godere e lasciarmi andare con chiunque altro, bloccandomi. Che io sapessi, mi sono sempre rifiutata di cantare in pubblico (fin da piccola, a differenza di balli scatenati) ed odiando il mio corpo perfino da fermo, chiaramente agitarlo seppur a ritmo non mi entusiasmava più (feci diversi tentativi di danza, anni fa, scappando poi dallo specchio dell'aula delle lezioni). Il cantare era perfino dimenticato in quanto assodato come "MAI, è il mio trauma innato"...quindi, nella mia mente mi ero sempre limitata a credere che si trattasse solo di avere remore nel voler ballare in quanto non a mio agio col mio corpo, stop. Invece non è così e soprattutto non è assolutamente vero che ogni mio blocco sia più o meno direttamente provocato dall'immagine che ho del mio corpo. Non so, i grassoni forse non cantano? Cantare implica forsennati ed antiestetici movimenti di lardo nel dar aria alle corde vocali? E non sono affatto stonata. In conclusione: ho capito fino a che punto e livello (patologico) io mi neghi e rifiuti di fare tante cose, anche se vorrei e le sento dentro di me. Cosa accomuna tutte le attività? Non so di preciso, ma c'entrano sicuramente sia l'esprimersi che il mostrare sè stessi liberamente (come si canta, come ci si muove, come ci si lascia andare, come si prova piacere). Sono tutte anche comunicazioni, in qualche modo. Forse qualche parte malata di me pensa che siano tutte cose troppo personali e intime, ma canticchiare una canzone non mi sembra molto profondo, a dispetto di altre cose (in primis il comportamento) che mostrano chiaramente il tuo modo di essere. Non lo so. In ogni caso, la cosa più inquietante e che mi dimostra ulteriormente che non si tratta solo di "paranoie per il fisico" è che io nemmeno DA SOLA riesco a fare queste cose, almeno al 100% e liberamente. Quindi non è questione di vergogna e tantomeno degli altri: se perfino da sola e senza timore di giudizi reali o immaginari riesco a lasciarmi andare alla musica ballando, per esempio, come posso anche solo sperare di riuscirlo a fare in pubblico? Forse la risposta è che io stessa sono la peggior giudice? Non credo. Cosa significa poi lasciarsi andare? A cosa? A chi? Perchè? In ogni caso, non sono una persona di merda solo perchè nemmeno su assillante richiesta riesco a canticchiare una canzone. Il peggio è che non posso dire che queste attività mi siano indifferenti, no: amo la musica, sento il ritmo e ad una parte di me verrebbe naturale muovermi e ballare a ritmo. [Avrei detto, un tempo, che almeno da sola "canto sempre" essendo una necessità, anche se mi sono accorta che negli ultimi anni mi sono talmente abituata a farlo di nascosto (smettendo all'istante appena chiunque entrasse in camera mia neanche stessi commettendo un reato, chiaro) da farlo davvero in un tono troppo basso. A questo punto non so neanche se sia davvero cantare quel che faccio, dato che il volume è al massimo lo stesso con cui parlo. Cazzo. Forse ho inventato una nuova disciplina: il parlare scorrevolmente intonati. Cristo santo.] Mi sembra giusto e bello provare piacere, infatti me lo concedo -anche se qualcosa di invisibile mi blocca una volta vicina all'apice- il problema con gli altri sembra essere piuttosto il mostrare di starlo provando, forse. Ed io con me stessa come non potrei mai esserlo, in teoria mi sento sicura, tranquilla e rilassata. Posso capire con gli altri con cui non sia così in confidenza, ma da sola che scusa ho? Perchè non mi comporto di conseguenza? Forse è vero che i miei stessi giudizi esistono...e in tal caso ne sono terrorizzata. Ma dev'essere qualcos'altro.

Dicevo? Ah sì, che faccio schifo in quanto schiava (di me stessa), sia dal punto di vista idealista che pratico ed effettivo (perchè già una che non balla nè canta e sembra divertirsi fa cadere i coglioni, se per giunta è sessualmente complessata o peggio, che palle ciao). Ora, il sesso. Vi ho mai raccontato la mia divertente storia con esso? Meglio così. In ogni caso, altra mia convinzione pilastro era che "dai, almeno io la do e me la cavo con certe cose" (LO SO, LO SO)...ma l'idea deriva dal periodo in cui in realtà cercavo solo amore ma dati gli elementi mi ero convinta inconsciamente di poterlo avere solo dando subito e per forza all'altro ciò che voleva, ergo un buco da riempire, nei casi specifici. In seguito ho capito tutto ed ho totalmente troncato con certi tipi di persone, rispettando me stessa, ma minimi residui di questa idea devono essere sempre rimasti in me, date le esperienze. Quindi, pur non credendomi certo una bomba del sesso e nonostante le onnipresenti seghe mentali su qualche dettaglio, ero tranquilla almeno da quel punto di vista, intendendo di essere piuttosto "liberale", non avendone paure del sesso nè facendomi schifo farlo, e di certo non stando a fare la preziosa per concetti dal dubbio senso. Invece no. E, certamente, dipende dall'uomo di turno, ma col cazzo che basta un buco: se un cadavere sarebbe più rumoroso e voglioso di godere di te, forse devi farti qualche domanda. Forse. E certe cose si notano subito. E un buco potrebbe sì bastare, ma solo con una persona NORMALE (non io) che parta dal presupposto di essere a suo agio e sicura di sè o quantomeno abbia delle voglie, tra cui quella di essere soddisfatta oltre a soddisfare e basta, una persona che comunichi. Tra parentesi, questa scoperta riguardante il mondo delle lenzuola l'ho potuta fare solo grazie all'ultimo lui -non abbiamo ancora mai fatto sesso, ironia- dato che appunto, il responso di precedenti elementi mostrava che andava tutto benissimo perchè davvero bastava un buco e stop.

❤ {E tra parentesi, prima del famoso giorno in cui ho avuto schiaffata in faccia la verità su diverse cose, ero così felice di aver scoperto questa persona da aver voglia di diventare anche io una splendida persona, solo per lui, per armonia. 

Avevo scritto: "Credo che l'arte della vera bellezza sia quella che non si limiti a farsi ammirare, fine a sè stessa, ma abbagli a tal punto da darti lo stimolo a volerne far parte, l'istinto di dovere: diventare anche tu capolavoro. Questo sei tu." 

La cosa divertente è che questo pensiero riassuntivo l'ho partorito prima ancora di esserci uscita, dopo un paio di giorni di mere chiacchere. Diciamo che ho intuito con le persone e no, non ho ancora mai cambiato idea (e non ha mai saputo di essere il destinatario dell'idea). Chiusa parentesi, anche se dovrei riassumere la breve situazione con lui, un'altra volta. Ed ho anche notato come l'apparizione di belle persone sia fondamentale e stimolante, realizzando forse quanto io sia stata sfigata in tal senso, fino ad ora. Forse se fossi stata circondata da sempre e costantemente da belle persone sarei molto diversa, oggi. Anzi, è sicuro, ma ovviamente la colpa principale di quel che sono è mia. Col senno di poi...proprio ora che ho voluto conoscere a tutti i costi una persona subito adocchiata come fantastica (non ricordo se ho mai raccontato tutto, ma decisamente io mi sono fatta avanti per conoscerlo una volta notato), sono io ad essere una persona di merda. Che ironia della vita, eh?}

Se la conclusione è stata che faccio schifo, non è solo perchè sono vittima di miliardi di blocchi irrisolti che limitano molto me stessa, non è solo la cosa di per sè: è anche e soprattutto il fatto che per vent'anni io non mi sia mai resa conto di molte cose e sia ora caduta dal pero, mai vedendo la gravità della situazione o semplicemente ammettendo la verità. Come ho potuto farlo? Devo aver ignorato e giustificato a me stessa il tutto, da sempre. Oltretutto -inconsciamente- evidentemente architettando modi, pensieri e teorie per sentirmi una bella persona nonostante tutto questo, nonostante non lo fossi mai stata: questa è la cosa più grave che non mi perdono, solo questa. E allora ha sempre avuto ragione mio padre: ho sempre fondato la mia arroganza sul puro e semplice NULLA. Non che la mia autostima fosse mai stata immensa (soprattutto, spesso dedita al crollo totale), ma esisteva e mi faceva credere perfino superiore a molte persone. E poi ehi, com'è che la mia sicurezza di base, in genere esiste o muore PROPRIO, SEMPRE E SOLO in base a quanto mangio o non mangio il giorno x, se sono più o meno magra? Forse per "distrarmi" e perchè appunto, non esiste nessun'altra base su cui essa si potesse fondare? E prima dei dca come e cosa facevo? Pur non essendomi mai piaciuta fisicamente, ricordo di aver sempre avuto una certa autostima...a parte che ero sicuramente meno complessata di oggi. Ed ecco un'altra constatazione che mi ha davvero sconvolto e non ha senso: probabilmente ho basato tutto sul mio bel faccino. Sembra un paradosso, ma la verità è che il non essere brutta (da qui a bella ce ne passa, sottolineo) è l'unica cosa a cui mi sono sempre aggrappata, forse (so che è assurdo dato che passo le giornate ad odiarmi fisicamente, ma tutto ha senso). Perchè da sempre sono fissata con l'estetica e quindi anche col voler migliorare fino a diventare perfetta? Perchè spendo così tanto tempo a curarmi (tralasciando l'alimentazione) e tra l'altro attività stupide come mettersi lo smalto, farsi maschere per i capelli e compagnia bella sono guardacaso i miei unici calmanti-antistress? Perchè salvo rarissimi giorni in cui non me ne frega un cazzo preferirei morire piuttosto che uscire un giorno di casa senza trucco? Perchè mi importa a tal punto? Perchè tutto ciò che riguarda il mio apparire -non si tratta solo di kg, anzi- mi ha sempre ossessionato? Perchè non c'è nient altro. Sono sempre stata convinta che la mia storia fosse "sono una bella persona ma ho il difetto di essere grassa, cosa che mi auto-limita nell'essere una bella persona al 100%" (ricordo che nel mio primo diario che ho tutt'oggi, ad 8 anni già avevo scritto che l'unica cosa che non mi andava di me era la mia pancia ma poi ero fantastica a livello personale)....ho scoperto di punto in bianco che la realtà è l'esatto contrario: non sono niente eccetto una bella maschera (aggettivo da prendere con le pinze). E i ragazzi di turno non è che "devono avere voglia di andare oltre il grasso, scoprire la mia bellezza interiore ed innamorarsi di me"...no. Attirati dalle mie tette, al massimo mi hanno sopportato per un pò, per poi scappare di fronte alla realtà....al massimo dovrei diventare davvero bella a tal punto che il vuoto e la noia della mia persona possano quasi passare inosservate. Non mi reputo nè sono mai reputata bella, ma devo prendere atto che per molti lo sono ed evidentemente ammetto l'esistenza di qualche dote genetica di base che non mi rende un cesso. Posso facilmente ipotizzare che la mia ossessione per l'esteriorità, sfociata poi in veri disturbi alimentari, non sia altro che un mezzo che mi permette di distrarmi dalla realtà, di avere sempre la mente impegnata da stronzate. Non che abbia scelto o voluto niente e tantomeno ne sia felice, cristo santo, ma dev'essere così. Senza ossessioni sul fisico, cosa mi sarebbe restato? E tra parentesi, ora risulta chiaro anche il mio auto-boicottamento: com'è che non riesco mai ad arrivare fino in fondo? Perchè da anni mi ritrovo persa in questa eterna guerra senza vincitori, destinata a ripetersi ogni giorno? Perchè non arrivo mai alla fine o in alternativa non lascio perdere? Forse perchè se dovessi diventare oggettivamente bella -nonchè secondo i miei canoni- poi sarei disperata e scoprirei che anche sottopeso sarei una merda vuota e inutile? Forse perchè non avendo più niente da perfezionare non saprei che altro fare della mia vita? Se mi ci impegno da anni è perchè credevo che il mio non accettarmi fisicamente fosse un limite a me stessa e certamente lo è (date tutte le cose che ho fatto e soprattutto NON FATTO solo per questo)...invece, forse questo mi permette solo di sopravvivere. E sarebbe un colpo duro scoprire che il mio limite non erano i kg in più. Non vedo onestamente altre spiegazioni nel mio autodistruggermi e non arrivare mai all'obiettivo, non ne esistono altre. Quindi, questo mondo non troppo fatato di ossessione per corpo e cibo sarebbe solo un mezzo che devo essermi costruita, tutto qui. Un'ossessiona come un'altra per evadere la realtà. Bella merda. Mio padre ha sempre avuto ragione quando mi diceva che "mi credo tre cazzi e mezzo solo perchè sono bella" e vivevo solo nell'apparenza...quando succedeva io piangevo tutta la notte e restavo disarmata per quanto lui poco mi conoscesse come persona (mettendoci anche l'ironica della vita, che io combattevo proprio contro il mio corpo che odiavo e non ci voleva Einstein per saperlo, solo un idiota avrebbe quindi osato dirmi proprio che "io mi credo bella e marcio su questo"). Ma aveva ragione. Fottutamente ragione, a quanto pare.

L'unica cosa che non posso negare, a cuore aperto ed onestamente, è di avere un cervello. E credetemi, ce ne vuole per auto-convincere sè stessi con la logica di tutto un teatrino che è l'opposto della realtà, solo per -evidentemente- non volere o poter ammettere e capire certe cose. La mia sensibilità non esiste più e ormai so che è inutile annoverare tra i propri pregi l'altruismo, essendo l'interesse per gli altri puro egoismo, solo in forma più socialmente accettabile. Quel che mi resta e posso dire di avere, quindi, è un qi.

Forse però, di costruttivo in tutto ciò c'è che nella psiche niente è casuale: forse, se non mi fossi impedita di prendere coscienza della realtà è stato perchè non l'avrei mai potuta sopportare prima, non ero pronta. In qualche modo forse mi sono difesa. Si, e a quale costo? Di aver creduto per tutta la vita falsità che poi si sono rivelate tutte insieme nel giro di un giorno e mi hanno portato a non sapere più chi fossi e in seguito pensare davvero al suicidio solo perchè tanto non c'era più nessuno da poter uccidere? Carino. In ogni caso, meglio o peggio non si può sapere ed ogni cosa mi è servita ad arrivare fino a qui, inutile farsi domande o pensare al come sarebbe potuta andare diversamente.

9 aprile 2013

Non avere molto da dire, farlo comunque.


(il mio nuovo amore, lo so che è pessimo, ma è più forte di me)

{ Analisi del blog che forse rispecchia quella di me stessa? Apro la mia pagina e mi fa schifo. Tralasciando l'assenza degli ultimi tempi, sono mesi e mesi che cerco di rappresentarmi, ma come minimo non sono MAI riuscita ad essere soddisfatta. Come norma generale, invece, ho sempre cambiato tutto dopo al massimo un paio di settimane. La cosa esilarante è che si può personalizzare TUTTO ma davvero tutto, partendo da zero, facendo qualsiasi cosa, tra colori, immagini, fonts,  stile e organizzazione dei contenuti. Qualsiasi cosa = niente, per me, nel dubbio: troppi pochi limiti, nessuna base. O equivale alla mediocrità. Non sono in grado. Non ho fantasia, troppo spazio. Eppure spesso mi piace da morire la grafica di altri blog, sia di per sè ed esteticamente che perchè rispecchiano perfettamente il blogger che li ha plasmati insieme agli stessi contenuti, sono coerenti. Non che intenda copiare, il punto è proprio che non riesco a rappresentarmi, nè partendo da un foglio bianco nè con miliardi di spunti ed eventuali idee. Poi. Il mio nickname è Mia e porca puttana eva l'unica cosa che non sono mai stata è bulimica (non sono nemmeno in grado di vomitare volontariamente, ci sono riuscita una volta su non so quanti tentativi). Non che io l'abbia scelto per questo, ma nel mondo dei dca è logico il collegamento. Il nome l'ho scelto semplicemente perchè mi piace e tra l'altro è uno dei prescelti per un'eventuale figlia, insieme al nome Nina. Vogliamo parlare del vomitato da Mia che risulta a fine di ogni post?! Vomitato dal soprannome della bulimia: eccellente. Al massimo ho rigurgiti letterari. E non per il livello, nel senso che scrivo. Il titolo del mio blog forse è l'unica cosa sempre sensata, in generale, ma non mi piace più. Poi uno dice vabbè, l'interfaccia magari fa cagare, ma ci si può salvare almeno per i contenuti: no. Giuro che i miei post che non trovo stupidi, ripetitivi, scritti male, superficiali, poco chiari e prolissi si contano sulle dita di una mano (ora per salvarmi dallo sconforto evito direttamente di rileggerli). C'est la vie. }


Direi che è meglio abbandonare queste sterili auto-polemiche per qualcosa di meno superficiale. Per esempio, che smalto potrei mettermi?

Sarà la primavera che incombe. Anche se cielo grigio, pioggia e freddo non sembrano d'accordo. A proposito di stagioni, è incredibilmente bello il potere decidere la stagione dentro di sè, interna. Chiaramente invernale (chi vuol intendere intenda...gli altri in camper). Ora mi suicido.

[ Alimentarmente parlando, è appena da domenica che ho ripreso la giusta via e nella mia bocca non sono mai passati prodotti di origine animale e varie schifezze industriali (grassi e carboidrati complessi, anche). Siano lodate frutta e verdura. ]

! AH , il mio buon proposito di smettere di fumare è durato approssimativamente da circa le 8 alle 8:30 di lunedì mattina. Però dai, non ci ho mai creduto davvero.


Ricordandomi e riprendendo in mano La coscienza di Zeno ho trovato buffo e triste il collegamento con la mia vita, anche se non riguarda le sigarette: quante diavolo di volte ho -sia pensato che- scritto che quella sarebbe stata l'ultima volta? E quando scrivo metto sempre data e soprattutto ora. E anche io adoro le cifre sensate (date, orari eccetera), sono fissata con alcune. Ultime volte destinate a ripetersi per sempre, infiniti buoni propositi.

Ma non è un novità che io sia considerabile un'inetta a tutti gli effetti.

Nelle ultime notti ho dormito scarse ore in preda a pensieri probabilmente ridicoli, riguardanti la -mai vecchia- storia della solitudine e del bisogno di socialità...concentrandomi su due punti. Il primo, la mia ammissione di voglia di altri, il secondo, l'egoismo di tutto questo. E del mondo. Ma è il mio che trovo patetico. Brrrrr.

Oggi non sono andata a scuola, data la prospettiva di tre ore a fissare il vuoto (oltre agli insulti, chiaro) che ieri invece non c'era continuando gli altri prof a fare lezione. Oggi avevo solo un'insegnante che già prima di Pasqua ha passato il martedì a farci lavorare sull'argomento della nostra tesina...quindi sul nulla, per quanto mi riguarda. Insomma, sarebbe stato inutile. Ed ho forse investito la mattinata/giornata a decidere che dannato argomento presentare alla mia maturità? No. Cioè, non fino in fondo. Ma c'è tempo! Quasi alle 19 di sera mi sono obbligata ad uscire nonostante inesistente voglia e avvolgente grigiume, giusto per andarmi a comprare un libro di diritto del lavoro e fare due passi (e uscire con una canottiera e sopra una giacca leggera, giusto per bruciare più calorie, ok). E ho comprato dei trucchi antidepressivi. Non ci credo nemmeno io, dato che prima mi auto-prendevo per il culo parlando di smalto, ma...è tempo di smalto rosso che ora mi metterò. In ogni caso, uscirò da questa spirale e a costo di non dormire e domani saprò come sarà la mia tesina di maturità, nel dettaglio. Il mio obiettivo infondo era entro domani, quindi ci sto dentro. Troppe parentesi e troppe minchiate, ma essendosolacomeuncane avevo bisogno di scrivere, peace.

D.A (da quanto non ne scrivevo uno?)
c: una mela
p: frutta mix
c: broccolo (?)

[Tesi di maturità. Il problema è che mi sfugge bene come funzioni la cosa e trovo pareri contrastanti nel mondo: ho diverse idee reputabili vagamente "originali" o meglio molto di attualità, mi sento un genio che lascerà tutti a bocca aperta e un minuto dopo mi trovo idiota chiedendomi che cazzo c'entrino simili idee-riflessioni in una tesina in cui bisogna solo sfoggiare le proprie conoscenze molto limitate del programma di un anno, di uno specifico indirizzo, per giunta. Poi però leggo che l'originalità può colpire la commissione, spesso stanca di leggere sempre le stesse cose (per esempio, dato il mio nuovo indirizzo dirigente di comunità, una tesi sull'anziano è il top)...o qualcuno mi ha consigliato di non evitare certi argomenti solo perchè magari sono scomodi e potrebbero non piacere, ma anzi che al mio posto lo farebbero apposta. Ho capito, grazie al cazzo. Non è questione di piacere o essere banali o meno, è questione di: cosa cazzo devo fare? Posso iniziare parlando di una cosa che non c'entra niente col programma, anche se poi la collego ad argomenti inerenti? Come funziona? Dovrei esporre l'idea di base che può anche essere non-inerente e poi soffermarmi sui collegamenti? Ma la famosa idea "fuori programma" dovrebbe essere filo conduttore di tutto, oltre che ispirare il titolo. Che senso ha impostare la tesi su un argomento di attualità, quando non è quella la richiesta? Qual'è di preciso la richiesta? Se i limiti sono quelli dello spoglio programma, che cazzo si lamentano che tutti portano gli stessi argomenti, allora? Perchè qualche minchione scrive che "una propria esperienza personale è già sinonimo di originalità , la tesina deve appassionare e interessare chi la scrive" ed essere nostro bagaglio personale? L'anziano, sì. Porco dio. Dico. Probabilmente le mie blande idee (essenzialmente tre) posso non buttarle nel water e svilupparle giusto senza un fine (qui compreso), ma dubito c'entrino con la maturità, che non è uno sfoggio di mente/idee/esperienze, ma di mere e prestabilite conoscenze precise. E quindi cosa dovrei fare lì? L'anziano: come pulirgli il culo e cose simili. Collegamenti facili. Diritto: la pensione, ottimo. Igiene: che deve mangià alla sua età. Materia tutt'oggi ignota: l'anziano e le comunità, case di riposo e cazzi vari. Psicologia: la depressione dell'anziano. Fichissimo, potrei commuovermi. Anzi apro una parentesi...psicologia, materia stupenda. Peccato che Freud sia messo nel programma di pedagogia e giuro, il programma di quinta riguarda praticamente solo l'anziano, che merda. Okay, la pianto.]

7 aprile 2013

Decesso di un cactus.

Il titolo non c'entra un cazzo con niente, ma mi ha sconvolto la morte di un mio piccolo cactus, scoperta quando toccandolo per spostarlo in pratica è sprofondato su sè stesso, afflosciandosi e perdendo un liquido che sarebbe carino chiamare sangue di cactus ma suppongo fosse solo acqua e poco d'altro. Ma è normale? I decessi sono sempre sconvolgenti, per me.

Durante il mio ultimo soggiorno estemporaneo fuori da casa mia (che dovrebbe avvenire una volta al mese per motivi scolastici), ho passato un'intera notte sveglia a scrivere un futuro post di questo blog in cui spiegavo e al tempo stesso mi auto-illuminavo e scoprivo nuove cose sui precisi motivi per cui ho da poco scoperto di essere una persona di merda e di aver passato vent'anni con idee sbagliatissime su me stessa. Ma sono troppo pigra per riportare tutto, forse lo farò un giorno. Ma tanto a chi importa?

Domani si torna a scuola -essendo privata e casuale, abbiamo avuto quasi una settimana in più di vacanze pasquali rispetto al resto del mondo- e a poco altro di più, grazie a dio il 15 Aprile ripartirò e come sempre sarà fantastico passare circa cinque giorni a digiunare, studiare e faticare in solitudine, tornando dimezzata e con un nuovo spirito (in genere destinato a perdersi nel giro di 48h, ma questa è un'altra storia).

A sorpresa, mio fratello maggiore e la sua fidanzata sono venuti a trovarci ed anche se secondo me era evidente che lei fosse incinta e non perchè la pancia fosse troppo evidente -ma avendo lei sempre avuto più o meno pancetta ed essendo colombiana non ho mai osato chiederle se fosse incinta nell'eventualità di scoprire che era solo ingrassata- i due hanno fatto finta di niente fino a poco prima di tornare a Tenerife, rivelandoci poi la sorpresa. Che poi la fortunella in sette mesi di gravidanza è aumentata di soli 3kg, così si fa. Ergo tra due mesi diventerò zia di una bella bimbetta con ahimè un nome di merda. Cosa teoricamente in linea con l'idea generale di trasferirmi lì appena dopo il diploma. Ed avendo tre fratelli palesemente maggiori ho sempre sognato nipoti, anche se al massimo a dieci anni mi pare di essermi rassegnata all'idea di non averne e che anzi avrei fatto prima io a fare un figlio (dati gli elementi e le loro relazioni). Invece, sorpresa, seppur non prevista. Yea. In ogni caso, è stato bello avere i due qui e rispetto all'estate di anni fa ho potuto constatare con piacere di non essere più trattata da sorellina psicopatica minore (da parte di entrambi, per di più) ma come un'indipendente ed adulta unità a sè stante. E lei mi va a genio, cosa da non sottovalutare. La cosa che forse ho trovato ancora più bella è stata rispolverare lo spagnolo che credevo fosse totalmente rimosso, ma non lo era affatto.

Il lui di cui dubito di aver troppo parlato non lo vedo da più di un mese, tra l'altro a "causa" mia che sono un pò sparita e sono così stronza da non considerare i suoi blandi inviti agli eventi su facebook, che per quanto ne sa potrei anche non aver mai visto.

Il mio giorno settimanale di pianoforte è diventato il sabato, e dopo l'ultima disastrosa volta ieri ero così in ansia che l'unica cosa pensata è stata di farmi un goccetto prima di uscire. E a parte i minuti in cui stavo per piangere/i miei occhi hanno lacrimato ascoltando certe canzoni in attesa del maestro (LOL), è andata benissimo. Nella mia vita ho fin troppo spesso pensato che con un pò di alcool ogni mattina tutto sarebbe figo. Non parlo di ubriacarsi e tantomeno vomitare o avere cali di pressione, giusto quel minimo che basta per non essere troppo sè stessi, o meglio non essere troppo prigionieri. Basta poco ed i risultati sono ottimali. E un bicchiere di vino al giorno non è mica un toccasana per il cuore? [E poi ehi, sono io che ho perso 5kg in cinque giorni (estate scorsa, circa, tempo di esami) anche se ALMENO 2-3 giorni li ho passati a bere caloricissimo alcool e non poco..e straordinariamente anche a vincere sulla fame chimica. Sarebbe assurdo, ma credo che sarebbe efficace una dieta in cui si beva e si mangi pochissimo, anche se mi sfugge come sia possibile date le mille calorie delle bevande alcoliche. Misteri. Cazzate.]

Da giorni sto meditando sull'idea di smettere di fumare, cosa mai pensata prima. Avrei dovuto iniziare oggi, ma si sa che non ha senso iniziare qualcosa di domenica, è proprio deleterio.

Spesso mi sfugge che a breve mi aspetta la maturità e non ho quasi mai aperto i libri, ma infondo due mesi li ho. In questi due mesi voglio totalmente dedicarmi a me, tra studio, dieta ed attività fisica. Passi l'odio per alcune realtà istituzionali scolastiche e per certe esperienze passate, ma sarei solo un'idiota se nemmeno per i due miseri mesi rimasti non mi sforzassi di studiare e levarmi dalle palle queste scuole superiori. E cosa sono due mesi in confronto all'infinito? Niente. In teoria. La mia missione di oggi sarebbe giusto di organizzarmi lo studio, oltre a dover decidere l'argomento della mia tesina e collegarci tutte le materie. L'importante è crederci.

Diciamo che questi due mesi esistono per la mia ripresa totale, per quanto riguarda anche la mia persona. Infondo, senza analizzare i perchè ed i come, se crolla la propria autostima la si può solo ricostruire. E se perfino gli idealismi a livello personale vanno a fanculo, credo che il modo migliore per avere un'autostima sia semplicemente fare, coerentemente con i propri obiettivi ed il proprio percorso. Fare, riuscire e poi esserne fieri. A livello di futuro-carriera ora devo solo diplomarmi. A livello personale, innanzitutto voglio la salute e disintossicazione totale da tutto (oltre al dimagrimento, che certi vizi non muoiono mai), tant'è che è contemplato lo smettere di fumare ed il mangiare solo cibi sani e giusti (niente merda industriale -non intendendo solo merendine ma per esempio pane&co- niente animali e loro prodotti e credo basta, oltre alla moderazione estenuante dei grassi). Oltre al corpo, suppongo che mente e -se esiste- spirito vadano di conseguenza e comunque non ho altra scelta e modi per lavorare su questo, se non facendo ciò che è giusto e devo fare. Potrei meditare, anche se vuoto e silenzio li contemplo già (?). Questo piano bimensile è caratterizzato dalla solitudine, ma non è una novità. Ah e poi voglio anche un culo, quindi -sempre da domani, claro- ogni giorno voglio fare esercizi al riguardo.

Dunque...è domenica, c'è ancora luce ma negli ultimi giorni ha fatto freddino. La primavera dovrebbe davvero arrivare e con essa la mia futura nuova abitudine di andare sulla pista ciclabile con i roller, almeno un paio di volte alla settimana. Nel mio stomaco c'è o c'era una mela e per oggi è perfetto così. Sono sola ma va bene così. Dovrei studiare ma non ne ho voglia. Credo che approfitterò dell'ultimo giorno da fumatrice fumando come due turchi, da adesso in poi (non so se contare mezzanotte come fine di oggi, o quando semplicemente andrò a dormire). Non ho altro da dire, forse è colpa del lutto subito. Forse dovrei rimuovere i resti del cactus, dato che è tutt'ora in una vasetto insieme ad altri due: magari la morte è contagiosa e dovrei toglierlo o moriranno tutti! Dannazione. Forse ho in corpo i vaghi resti alcolici di ieri, dato che già che c'ero il goccetto pre-lezione è stato solo il primo di tanti altri (e sono sveglia da poco, dopo non so quante ore di sonno). Nah.

12 marzo 2013

Fingiamo che sia un nuovo blog.


Ho collezionato ben dieci bozze solo in nome di questo post. Di tutto il macello di cose che ho provato invanamente a scrivere e riscrivere, l'unica importante in effetti è che vorrei scusarmi con ognuno di voi, uno per uno, per la mia assenza dal commentare i vostri blog (mi sono sempre tenuta aggiornata, quantomeno), mi dispiace.

Ora passiamo a me, non so se più per egocentrismo o perchè tipo è il mio blog.

Praticamente è successo che in quest'ultimo periodo, un pò per pura casualità, senz'altro anche grazie a qualche evento (e persona) o forse solo per naturale corso evolutivo degli eventi, ho acquistato nuove consapevolezze, parte delle quali hanno portato al crollo della mia unica credenza, dell'unica certezza nella vita, cioè l'idea di me stessa....e quindi anche al  MIO.

Che l'unica credenza di una persona riguardi la religione, una filosofia di vita, il proprio figlio, gli alieni,  Babbo Natale  o un criceto, di qualsiasi cosa si tratti resta il fatto che sia l'unica, quindi penso sia naturale che manchi la terra sotto i piedi dopo una scoperta che ne neghi l'esistenza o faccia cambiare radicalmente idea su di essa. Tra parentesi, se anche una tale illuminazione avvenisse in positivo, secondo me ci sarebbe comunque da spararsi. Se per esempio fossi da sempre un'atea convinta ma un giorno dovessi avere un'evidente prova dell'esistenza di Dio, non è che farei salti di gioia: la mia unica certezza su cui ho basato ogni cosa di me e della mia vita sarebbe comunque crollata, punto. In tal caso, magari potrei rivolgermi proprio all'entità divina per ricominciare a vivere partendo da una nuova credenza, certo...ma nel caso dell'esempio inverso, si sarebbe fottuti.E questo è solo uno stupido esempio. In ogni caso, inutile dirlo: la mia illuminazione non è stata in positivo. Comunque, quello che mi ha sconvolto di più non è stato tanto rendermi conto di cose negative di per sè, ma il non capacitarmi di come io abbia fatto a credere ad una cazzata per vent'anni, io che mi reputavo intelligente. Facendo un esempio, è come se si sia da sempre convinti di essere la persona più altruista del mondo, vivere e pensare di conseguenza e di punto in bianco scoprire che la realtà è che si è degli stronzi infami...ora, non chiedetemi  come diavolo  sia possibile convincersi dell'esatto opposto della realtà e poi all'improvviso cadere dalle nuvole, ma a me è successo. In effetti basta un minima intelligenza per costruirsi certi ragionamenti che reggano nella nostra mente, per auto-convincersi e spiegarsi le cose come più fanno comodo: il problema è quando non si è consapevoli di starlo facendo, quando si è  ciechi o forse solo troppo abili nel farlo. E oltre alla mia unica credenza -non nego che possa essere patetico credere solo in sè stessi, ma oh, che devo fà, sperare nel principe azzurro?- ho perso non solo l'autostima basata sulla mia idea (errata) di me stessa, ma anche la mia identità. Quindi, se già di mio e di norma ero senza senso, scopo e direzione, figuriamoci cosa potevo fare perdendo anche l'identità.

Ebbene, come ho reagito alla scoperta? Al momento ho pianto disperatamente fino ad addormentarmi. Ma in me c'è sempre da dividere conscio e inconscio. Il mio lato razionale-effettivo ha reagito in...alcun modo, continuando a vivere come se niente fosse dall'indomani mattina in poi. Il mio inconscio però deve esserne rimasto un tantino sconvolto, dato che in seguito ad eventi dimostranti azioni e comportamenti che non sono MAI stati parti di me (*il principale ha riguardato l'essermi messa in una situazione sgradevole in cui a quanto pare ho ricercato attenzione e aiuto, al corso di Pasticceria, brrr) ed un ulteriore spiazzamento e chiedersi ma tu chi cazzo sei? mi ha portato a prendere seriamente in considerazione l'idea di tentare il suicido -non con l'intento di morire, per carità- e farne pure blandi tentativi per due notti di fila (seppur, apparentemente e secondo la mia mente senza un senso nè motivi). Dopo questi eventi ed un'accurata analisi più che mai razionale (situazioni, ipotesi, pro e contro, possibili interpretazioni di ogni cosa, A, B o C, conseguenze etc), ho addirittura scritto alla mia ex-psicologa chiedendole consiglio sul come poter dire a mio padre della mia necessità di tornare a parlare con lei, perchè testualmente  "ho bisogno di aiuto, ora più che mai" ...patetico ed ho già cambiato idea al riguardo.

Le possibili soluzioni finali del mio ragionamento notturno erano due, comunque, partendo dalla premessa che così non potevo andare avanti e c'era l'aggravante dell' ho perso la mia identità: o chiedevo aiuto a qualcuno o comunque dovevo cambiare qualcosa, perchè come stavo facendo decisamente non andava bene. E il cervellino ce l'avevo ancora. Insomma, myself vs altri: IO MI SALVO DA SOLA , di solito.
Ed è quello che sto facendo e intendo fare, ancora una volta.

Come ho fatto ad uscirne/eventuale how to do per chi smarrisce sè stesso.
Dunque, dopo essere stata sufficientemente in balia di una decisa passività-assenza ed essermi lasciata malguidare dal mio inconscio in quanto evidentemente c'era troppo da sopportare e analizzare, finalmente una sera ho deciso di fare qualcosa. Non penso che avere uno scopo nella vita sia fondamentale, ma avere delle basi, dei presupposti su cui si possa contare, lo è. Credo siano essenziali per vivere. Mi sono ritrovata al punto in cui ho perso la mia base, quindi, qual'è l'unica cosa logica da fare? Ricostruirsela. Bene: dunque la mia sola attuale certezza è partiamo dal presupposto che ho appena perso le mie basi.  Ok, no, troppo deprimente. Poi mi è venuto in mente che al di là della mia identità e di come sono fatta, sono qui da vent'anni e qualcosa sarà successo, no? No. Partendo dalla linea temporale ho meditato sul fatto che il mio passato sia totalmente inutile, oltre che parzialmente rimosso: le cose belle non torneranno mai più e sono morte, ogni situazione cambiata; le negative mi fanno ancora male, se viste in una certa ottica. Finalmente credo di essere riuscita a liberarmi dall'ossessione di dover partire dall'indietro per ogni banale questione, di dover inquadrare la mia storia fino ad ora ed essere consapevole di ogni mio precedente passo, che si tratti di risalire all'inizio di una settimana, un mese o di dieci anni fa. Inoltre, l'esperienza mi è mai servita? No, commetto sempre gli stessi errori. Quindi...tabula rasa. Infine sono partita da brava bambina delle elementari dal  chi, cosa, dove e quando. Per farla apparire in modo meno peggiore, diciamo che ho semplicemente contestualizzato. Fa ridere -anche a me, ora come ora- ma ho iniziato a scrivere cose del tipo mio nome, cognome, sesso, età, dove, con chi e in che situazione vivo, cosa sto facendo al momento e cose simili. Ho inquadrato l'attualità generale di una persona, che poi fossi io poco conta. Ed è bastato notare due punti generali (che sono in quinta superiore, per esempio, o che vivo con persone che eviterei volentieri) per avere già obiettivi e cose da fare. E questo è stato il mio ridicolo ma a quanto pare efficace nuovo punto di partenza.

Minchia quanto sto scrivendo.

In sintesi, anche se ancora ed attualmente non ho precisamente sbrigliato la matassa (è un lavoraccio analizzare tutto e scoprire se sono proprio tutta un'auto-menzogna oppure magari si salva qualcosa di me o anche solo delineare precisamente come e perchè io sia, per poter cambiare...mica cazzi!) e non sono giunta a conclusioni, SO per certo che quasi tutto quello che ho sempre creduto di me stessa è una cazzata, ad eccezione di due cose (vago qi e, diciamo, spontaneo altruismo). Ho passato orribili momenti, ma mi sono decisamente ripresa dalla fase critica-insensata. E ora come ora non sto a farmi troppi problemi, semplicemente sto vivendo con la voglia di alzarmi la mattina, uscire, leggere, scoprire, camminare, vedere gente, parlare, suonare e cazzate varie.  Ho di nuovo una base, consistente nell' io sono qui, viviamo, anche se non so più di preciso chi sono e come sono fatta. Ma ci arriverò e mi modellerò, a tempo debito e nel modo giusto. Infondo cosa me ne importa? Se si perde tutto, si può conquistare e raggiungere qualsiasi cosa, come se si fosse quasi appena nati. E le macerie prima o poi saranno spazzate via. Easy. Forse ripartire da zero era l'unico modo di farcela, perchè non penso si possa mai uscire da una situazione che mescoli continuamente cose passate, superate o anche solo semplicemente cambiate con lo stridente presente. Non sto a pensare a niente di quella che credevo essere me, non faccio confronti e non mi piango addosso, semplicemente provo a vivere come vorrei e mi sento -per ora- con l'obiettivo di arrivare a fine giornata restando serena e quindi senza rimpianti per essermi comportata in un certo modo piuttosto che un altro o aver fatto o meno certe cose, insomma. E ci sto riuscendo.

Mi sono resa conto nella pratica quotidiana che due cose essenziali sono consapevolezza e, cazzo, presenza: vivere il presente rendendosene conto, esserci (sempre stato un mio punto debole il secondo, sempre). Queste sono le due chiavi della vita, forse anche la semplicità.

Io invece ho quasi sempre vissuto non rendendomi conto dell'attimo (al momento almeno, poi vai con nostalgia e rimpianti, a go go proprio), complicando tutto e spendendo la vita a fare ragionamenti che per quanto fossero sensati e giusti restano criptici e complessi, pensando davvero troppo -e nell'accezione sbagliata- al passato ed ai sensi di colpa, contemporaneamente a mille ragionamenti/idee/scenette mentalmente preparate per il futuro, per redimermi...non so come nè perchè e cosa mi abbia portato a questo, ma ho sempre fatto così ed è la cosa più deleteria del mondo, in primis per me stessa. La consapevolezza l'ho sempre avuta, ma a scoppio ritardato e mai al momento (quindi inutile, se non ironicamente sadica), dato che non a caso, almeno la metà dei mie problemi sono sempre derivati da una mia assenza/passività, senza la quale non ci può essere alcuna consapevolezza. Non è questione di non essere spontanei, ma in qualche modo di essere proprio assenti ed arrendersi a stronzate ordinate dall'inconscio di cui ci si pentirà: senz'altro un'altra cosa che devo fare è riuscire a conciliare nel modo migliore il mio lato razionale con quello inconscio, probabilmente non reprimendo il secondo e certi pensieri e stati d'animo dolorosi o reputati negativi....o facendo pace col cervello. La repressione è una serial-killer, un'altra. Ma non reprimo niente intenzionalmente, per questo non ho attualmente idea di come fare a risolvere questa cosa! Il mio lato emotivo-sentimentale è come esterno a me, -direi inesistente, ma so che non è così- suppongo vada a braccetto e si sfoghi nell'inconscio. Ci sono dei meccanismi ormai ben radicati in me, di cui il sistema di rimozione è padrone assoluto. Devo proprio fare pace col cervello, decisamente.

Anyway, il lavoro di individuazione-formazione di una nuova me stessa sarà lungo e impegnativo. Ergo stimolante. Insomma, yea: la vita è bella, anche se è una giornata del cazzo e come ha detto oggi  la mia professoressa (qual buon vento!) oh sono tornata ed ho portato la pioggia.

Stasera passerò da voi a leggere, e stavolta commentare...mi scuso ancora.
E grazie a chi si è preoccupato per me a causa della mia assenza.
Mi siete mancate!




8 gennaio 2013

Sarebbe stato bello dormire.


Non so come uscirne.
Perché, per la prima volta nella vita, non so dove mi trovo.


Si può morire per assenza di amore? Non intendo per un amore perduto, solo inesistente.

Si può essere tristi solo perché non si è felici? O non si tratta di tristezza?
Cosa mi rende felice?

Non basta più l'irrisoria risposta del «quando riesco a fare quanto desiderato e previsto», tutto ha un fine ben più profondo: questo non è niente. E l'eventuale soddisfazione è ben diversa dalla felicità. La gioia? Potrebbe bastare poco, il sole per esempio.


Cosa mi ha resa felice, nella mia vita? Forse l'amore, perfino non corrisposto. O meglio, non mi è mai neppure interessato essere amata di per sè: amare basta. E non in senso negativo.

Cosa significa amare?
Che cos'è l'amore?
In cosa consiste?
Esiste?

è un mondo diverso che voglio
altro che storie
senza né despoti né preti
più giusto e libero se vuoi
dove abbracciare il sole, il mare, la terra, l'amore
quanto ti manca l'amore?

Forse basta una presenza. E l'attesa stessa di potersi nuovamente riempire di tale esistenza è più che sufficiente a tenerti in vita, felicemente.

Per l'appunto: resto viva solo perché respiro. Che ci posso fare?
Non controllo nè decido che la mia respirazione abbia luogo, mera inerzia.
E io ho bisogno di motivazioni e scopi per vivere, quantomeno un senso.

E poi amico, se il sole te lo perdi o perchè dormi o perchè passi le mattine a suonare una tastiera in un'umida cantina, ho brutte notizie per te.

Non durerà a lungo.

6 gennaio 2013

And I am still inside you.


Un ieri passato in letargo. Al risveglio cambio di musica, stomaco vuoto e un insolito odore di coccinelle: direi che sono rinata. E stavolta voglio davvero diventare chi voglio in ogni senso e aspetto possibile. Non ho ancora scritto alcun buon proposito e obiettivo per il nuovo anno: forse proprio questo è il solo modo.

Ora, SI FA SUL SERIO.



Perdonate l'assenza.

Ok, concludo la mia domenica 6 gennaio alle 20:23 sperando senza troppa convinzione che non si possa morire pure per l'abuso di melanina (bisogna accontentarsi).

3 gennaio 2013

Il caso a caso.


Non ci avevo mai pensato, ma in effetti il gatto è bulimico. Anche immortale, ma dubito le due cose siano strettamente collegate. Qui la cura è la ciotola perennemente piena...e poi si pulisce il vomito come se fosse la cosa più normale del mondo, routine.




Sulla mia scrivania c'è ancora un bicchiere colmo di prosecco reduce dall'ultima notte del 2012...chissà per quanto tempo resterà qui. Ed io sorseggio acalorico thè verde per cena (e forse invento pure nuove parole, nel mentre).

le abitudini sono pericolose, possono convincerti che qualunque cosa sia normale


Oggi ho avuto la sfortuna di dovermi sorbire la versione di Zucchero di questa canzone (me la sono cercata, regalando a mia madre il cd che tanto desiderava)...e il caso vuole che oggi, ad essa sia seguita un'altra canzone bella pessimamente rifatta da italiani.

Ho una patologica voglia di rivedere The eternal sunshine of the spotless mind  (e siamo a tre con le italianizzazioni fatte col culo). Per non ripetere la parola caso -too late- diciamo che la vita  ha voluto che scoprissi ben tardi questo meraviglioso film, pur essendo un classico che tutti in genere conoscono. Ma me l'ha anche fatto scoprire in un momento decisamente curioso e adatto, forse cruciale. Era esattamente questo periodo di non saprei dire quanti anni fa e la mia prima storia seria (e d'amore, almeno da parte mia) ufficialmente definibile tale era appena finita per un niente. Per altro giusto poco prima di Natale e delle altre feste poi...manco il tempo di pensare che all I want for Christmas is you  e tanti cuoricini del cazzo proprio, perchè l'ironia è onnipresente nella mia vita. E tra perdizione, vuoto, numerose fughe, notti insonni, una lunga serie di scelte confutabili e tra un pianto in balìa dei ricordi e l'altro, è spuntato questo film, calzato a pennello.

Ai tempi il mio sistema di rimozione era immaturo, ma mi stavo già scontrando con esso e credo che il suo sviluppo si sia completato e rafforzato proprio in quei mesi, pur essendo sempre stata una tendenza innata in me.

Certo che la mente umana fa proprio schifo.O almeno, la mia è parecchio disturbata.
Potrebbe diventare un vero gioiellino.

2 gennaio 2013

Il fatto è che anche distruggersi richiede parecchia energia. Ma i perché rimangono senza risposte, onnipresenti e inutili, come soprammobili nella tua mente.

1 gennaio 2013

Pensieri omicidi + bilanci e propositi (HIC)

Tralasciando il fatto che attualmente sono quantomeno BRILLA ed il mio scopo nella vita è solo quello di bere fino a sboccare l'anima così almeno sbocco, quello che ho appena dovuto brindare con i miei genitori ed infine che mia madre m'ha fatto fare un brindisi extra per il caro zietto* (ne parlo giù) ed io le ho risposto   si, anche per Babbo Natale già che ci siamo  e m'ha guardato male...ciò che sto per postare è stato scritto ore fa e quindi è vagamente lucido. Porca puttana eva da quant'è che non toccavo l'alcool in quanto troppo calorico, ma vaffanculo.


Ecco il post invariatamente originale che ora non sarei in grado di riassumere-editare come avrei voluto e previsto di fare, prima della pubblicazione: volevo solo introdurmi. Peace.

Ho passato la notte a ricordarmi faticosamente dov'ero e cosa diamine facessi un anno fa, o meglio cos'è successo negli ultimi dodici mesi. E poi a pensare a come vorrò essere tra un anno.

In realtà dalle 8 del mattino c'è stato anche il momento in cui pensavo e fantasticavo sull'ipotesi che mio padre ancora chiuso nella sua stanza avesse avuto un ictus durante la notte -poichè stranamente non si decideva ad alzarsi in tempo per andare a lavoro e non è MAI successa una cosa del genere, quindi era strano e non si sentiva nemmeno il suo solito affannoso respiro proveniente dalla sua stanza- o in caso di FAIL della natura ho pensato all'esistenza di sostanze in grado di uccidere senza lasciare tracce (nonchè improbabili risvolti su ripensamenti e pentimenti all'ultimo e dunque di finire ad essere io a bermi quel veleno, peggio ancora col contorno della stesura di un libro con l'idea di uccidere qualcuno tanto per vedere che succede alle vite di chi resta, nonchè la reale morte dell'autrice che avrebbe fatto scalpore BRR). In ogni caso, mentre ero brillamente convinta che il mio genitore fosse morto -l'assenza di sonno mi fa questo effetto, altro che canne- ho riflettuto su tante cose inerenti al tema. E ora ve le sorbirete e poi mi insulterete. Ho pensato che oggi fosse una meravigliosa giornata per morire, con il sole che spaccava le pietre ed il cielo di un acceso turchese: non nel senso di uccidermi, solo nell'euforica certezza che mio padre in realtà fosse morto nel suo letto. E per beffa della sorte, poichè lui ha sempre ragione e quindi in questa casa nessuno fa niente e tutti dormono, il suo cadavere non sarebbe mai stato scoperto fino ad almeno le 16 del pomeriggio, povero. E deliri a parte, io sono fermamente convinta che la morte sia sopravvalutata. La morte è cambiamento, tutto qui. Male che vada può essere un nuovo inizio per una vita diversa -o meglio in una dimensione diversa- per un buon 60% si tratterebbe della semplice cessazione di tutto. E vojo dì: se non esistessi più direi che non potrei essere, pensare, sentire e stare anche all'inferno a rompere i coglioni e piangere per quanto la mia vita faccia schifo, semplice. Per questo la morte non mi sembra chissà cosa, è niente. Sarebbe triste privarsi di più della metà della propria vita, ma lo sarebbe solo idealmente e per chi rimane, non per l'interessato che ha levato le tende. E poi ho pensato -ed anche di questo ne sono convinta, da sobria- che sia la vita che la morte cambiano tutto, creano e distruggono. Entrare in scena nella vita di qualcuno, così come uscirne, provoca conseguenze e cambiamenti: è un fottuto via vai di gente. Quindi dico, che cazzo, per provare l'ebrezza di una grande esperienza di cambiamento, per esempio, perchè diavolo dovrei assecondare il sogno di diventare una madre single a vent'anni e dare alla luce un povero e ignaro essere umano, quando potrei semplicemente uccidere qualcuno per ottenere gli stessi effetti? Non mi è sfuggito un pensiero disturbatamente sociale del tipo ehi gente, anzichè sfornare figli, uccidete.  Pur essendo serissima, scherzi a parte, il punto è che so bene che qualunque storia può cambiare ed essere radicalmente sconvolta da un evento come la morte; se a questo ci aggiungiamo il dato di fatto che un lutto porta dolore SOLO ai presunti vivi e non al morto, non vedo perchè sia così terribile uccidere. Poi certo, direte, ma chi può avere il diritto di strappare la vita ad un altro essere umano che vuole vivere? Certo: e se la persona in questione non volesse vivere, sarebbe uguale? Pensate sia rilevante? Soprattutto, se anche avrebbe voluto vivere ma poi cessando d'esistere non saprà nè soffrirà mai per non star più vivendo, che senso hanno tutte queste seghe mentali e pregiudizi sulla morte?  E LA MORTE NON TOGLIE NIENTE, SEMPLICEMENTE CONGELA IL MOMENTO IN CUI TI TROVI Ma questi sono dettagli, il semplice punto è che tutti muoiono, continuamente, talvolta improvvisamente e spesso ingiustamente. Un coglione ubriaco può uccidere ed io no? Se esiste, Dio può uccidere ed io no? (a dir la verità non ce lo vedrei molto come serial killer, comunque). Ci si può uccidere da soli, ma io non posso uccidere qualcun altro? E andando ancora più a fondo, volendo, ne emerge che...qualsiasi parola, minuto, scelta, gesto o istante può contribuire in qualche modo alla morte di qualcuno, qualsiasi cosa in modo assolutamente imprevedibile, moltiplicata per sette miliardi di teste di cazzo: bel casino, eh? Quindi tutti uccidiamo già, senza esserne consapevoli e non in modo diretto. Fare le cose alla luce del sole spaventa sempre troppo? E tutti moriamo. Perchè uccidere è vista come cosa orripilante ma il morire no? Perchè è illegale? Che logiche sono?  Morire è naturale, provocare la morte (a sè stessi o agli altri) è illegale. Sembra come se si vivesse in un mondo dove le nascite sono contemplate -e vorrei ben vedere- ma fosse illecito scopare per procreare...e sono certa che se la natura -in senso stretto, ovvio che gli esseri umani siano parte della natura- in qualche modo fosse sufficiente a fecondare -così come a distruggere- sarebbe proprio così. Qualcuno mi spieghi il senso di questa cosa. Tornando al discorso iniziale, semplicemente mi capita spesso di pensare a cosa succederebbe se x morisse...  sapendo e venendo continuamente a conoscenza di morti improvvise e diffuse, conscia che prima o poi succederà anche a me di perdere i genitori, per esempio, fosse anche solo per vecchiaia. In effetti ci penso da quando sono piccola, mentre magari le persone normali facevano il giochino delle ipotesi con il se fossi ricco..., ma ognuno ha i suoi hobby. Prima di oggi ho pensato solo al se morissero..., non mi ero mai soffermata sulle cause del decesso. Cosa cambia tra se un genitore morisse o lo uccidessi io? Il risultato è lo stesso (niente pistole grazie, non ci tengo a far marcire il mio bel culo in prigione dato che la società non mi capisce sigh) ed oggi per la prima volta ho pensato a questa opzione. Non è questione di perchè diavolo dovresti uccidere tuo padre? La questione è perchè no. Qual'è il problema? Ho un'idea, una storia, posso pensare a miliardi di cambiamenti che avverrebbero nelle vite dei miei familiari (lo stronzo in questione non ne saprebbe mai niente e al massimo sarebbe a grattarsi le palle in Paradiso, finalmente in vacanza) e questo è uno dei mezzi che potrebbe rendere tutto possibile. E nessuno potrebbe dire -tra l'altro e se potesse contare qualcosa- che per lui di per sè sia tanto male non esistere più, tantomeno peggio della sua vita attuale. Poi voglio dire, se fossi una madre penso preferirei morire in modo indolore e insensato, avvelenata con un caffè fatto con amore da mia figlia senza nemmeno saperlo, piuttosto che per uno stupido tumore. Credo eh, ma io sono troppo sentimentale. In ogni caso. Quindi...quasi quasi potrei farlo, un giorno. Ma anche con me stessa, non sono razzista: odio tutti (è una battuta, penso sia chiaro che non ucciderei per odio). Però ci sarebbe l'inconveniente che la vita cambierebbe per gli altri e non per me...non potrei godermi alcuno spettacolo. Ma sarebbe sempre movimentare la vita, creare azioni, cambiare la storia in modo consapevole anzichè no. E ps,  non preoccupatevi, decisamente non ho la mentalità di un serial-killer, che al di là della tipologia e dell'associata ed eventuale psicopatia loro uccidono per ben altri motivi e con altre credenze, oltre spesso alla necessità di torturare le proprie vittime in ogni modo possibile. Mah.

 

Anyway, bambini non fatelo a casa: credo sia sbagliato fantasticare sulla morte di qualcuno come la vostra mammina. Ma quando non dormo il mio cervello da psicopatica galoppa decisamente troppo. Stronzate a parte (odio parlare sempre e solo di lardo e calorie)...bon, di cose quest'anno ne ho fatte, sia dal punto di vista di attività che personali. Mi cimenterò in un riassunto delle cose fatte, tanto per.





BILANCIO ANNO 2012

  • Cazzo ho fatto
-scuola: trovata una soluzione dopo diverse fughe da più licei, sconfiggendo la diabolica tentazione di restare in Spagna e fare la barbona o la cameriera a vita senza diploma, infine superati gli esami di terza e quarta ottenendo l'ammissione all'agognata quinta superiore.
-10 mesi di  Psyco  (la mia ex strizzacervelli pazza vecchia argentina ed hippy)
-scuola guida: teoria passata + aver imparato a guidare (bestemmio ancora per il rinvio della pratica).
-132 fottute ore di stage con bimbiminkia di varie età, esperienza sociale.

  • Viaggi/luoghi -più o meno- visitati
Malta, Parigi, Pescara, Macerata e Bologna.

  • Attività/corsi/hobby
-corso gelateria
-corso barista-corsto pasticceria
-corso fotografia
(cosmetologia, molto fico giuro)
(non contiamo le tre lezioni di zumba)
-ripreso a suonare il pianoforte a distanza di anni

  • Socialmente/amorosamente parlando
-mandato a fanculo e assistito alla sparizione dell'ultimo barlume di mia vita sociale (e capisci che hai proprio toccato il fondo quando fino all'anno prima almeno 100 persone su facebook ti auguravano buon compleanno contro le tre di qualche mese fa, giuro)
-proprio di recente recuperate casualmente (forse) due grandi quanto inutili pilastri della mia vita, ilaremente le mie due ex migliore amiche.

 -relazioni: 0
-cotte: uncontable  -aww l'amour-
-sorte di frequentazioni, essenzialmente limonate e poco altro: 7 (credo)
-sparizioni con persone interessate a me: 3 sicure (pessima memoria)
-stalker/pazzi: almeno 3

  • Altro casuale e sparso, più o meno stronzate, avvenimenti 
+ record da quando soffro di dca di ben due settimane ininterrotte senza alcuno sgarro nè abbuffata (di solito nemmeno una settimana intera duravo), sapere di potercela fare.  
+ aver capito, riconosciuto, analizzato, valutato gli effetti e quindi interrotto per tempo il  periodo di troiaggine  (non in senso stretto) e aver chiuso con una sfilza di elementi pessimi che mi hanno e avrebbero ancora solo fatto soffrire.  
+ scoperto di non essere anorgasmica (all'asessuata -e non nel senso che non faccio sesso- ci lavorerò l'anno prossimo, un pò di pazienza).  
- aggiunta ed in teoria già cessata per questioni materiali -fine dei prodotti- un'estemporanea dipendenza abusiva da: lassativi,  diazepam  e una roba per l'insonnia (che pochi giorni fa mi ha causato un insolito ed esilarante evento orribile); oltre alla ricorrente da sigarette, alcool, erba quando capita e lamette. Dannati vizi.
+ aver smesso di tormentare i miei capelli con le più improbabili tinte ed averli salvati da uno stato paglioso (grazie ad un doloroso taglio radicale e tanti integratori), nonchè aver accettato e capito che il mio colore naturale -castano scuro- non è poi così orribile ed aver smesso di mangiarmi le unghie: capelli nuovamente lunghi ma sani e morbidi come un tempo, unghie più forti e lunghe, arf.  
+ già che si parla di frivolezze estetiche, credo che il 2012 mi abbia in qualche inspiegabile modo portato un culo definibile tale (e non troppo piatto, come l'ho sempre reputato). Le ipotesi di questo strano fenomeno probabilmente sono un mix tra: 1) Forse gli esercizi mirati e fatti con grande incostanza un minimo son serviti; 2) ho già detto che il mio corpo è strano e stupido, nonchè che dimagrisce in modo privo di senso e resta per me un mistero; 3) Una mia teoria documentata da numerose foto di before&after di profilo -esempio dal web qui a lato- dimostra che se si dimagrisce in generale, molti culi sembrano migliorare, non troppo di per sè quanto per le proporzioni ed anche per il dettaglio della posizione migliore che si assume, forse. Oppure sono un minimo dimagrite le cosce e quindi sembro avere un culo, ma loro sono la quasi unica cosa non grassa e che mi piace del mio corpo, mi sembrano uguali. Ah, oppure soffro di dismorfismo corporeo ed ho sempre svalutato il mio culo. In ogni caso, non mi importa della verità: ne son felice.
+ capito davvero delle cose di me stessa grazie all'autoanalisi, anche se la consapevolezza non mi è mai servita ad un cazzo nella vita. Ma è bello sapere.  
+ aver radicalmente cambiato il pessimo rapporto con entrambi i miei genitori, grazie soprattutto alle mie nuove consapevolezze cui sopra (anche se mi stanno comunque sul cazzo, non so chi più dell'altro).  
± aver smesso di piangere ogni cinque minuti o meglio non riuscire più a piangere e forse non avere più un cuore ed essere insensibile. C'è stato un breve periodo di una cosa molto simile -ma con rilevanti differenze- a quella che ho scoperto essere la  risata della forca  (non trovo di meglio), quanta invidia per i bei tempi andati.  
+ quel bricconcello del mio unico zio* è finito in prigione -a parere dei suoi cari chiaramente ingiustamente, lui è innocente- e credo che questo evento abbia scatenato le mie prime grasse risate (vedi punto precedente) dinanzi alle reazioni assurde e stupide di persone come mia madre,  la vecchia immortale unica rimasta mezza viva nonna  (3/4 sono andati) e altra gentaglia simile.  
- ho appena scoperto (grazie, tu...) di essere una menzogne-fobica che però vive di bugie, non è sadico? Cioè, troppo, perfino per me?
+ last but not least, ho aperto questo maledetto blog! Ed è il primo che sopravvive per così tanto tempo e viene aggiornato più che costantemente. Ed ho potuto scoprire l'esistenza di persone fantastiche, cosa che mi è sempre mancata in precedenti blog.

 
I piani malvagi per il   2013  invece sono rigorosamente rimandati a domani, se sarò ancora viva (e questa è l' IO BRILLA delle 00:47 che parla). Osservo tutto questo post chilometrico e nemmeno riesco a rileggerlo -non so come facciate voi ogni volta, giuro- che mi viene da vomitare, ma credo che domani rileggerò la lista delle cose fatte quest'anno e magari non troverò tutto ma proprio tutto inutile e da buttare. E poi dal salotto con abbinata la televisione irrimediabilmente sempre accesa arriva la voce di quello stronzo di Masini che sta cantando vaffanculo qualcosa sto male  ho già dimenticato la frase ma era figa. E pensi solo: ma vaffanculo. Attualmente mi sto solo trasformando in un panettone che sembra essere stato infarcito -forse erano i tacchini- per bene fino all'ultimo porco dio di giorno del 2012. Ma non mi dispero perchè domani è domani e si ricomincia belli. Spero voi stiate passando dei piacevoli momenti possibilmente sbronzi, al contrario di me che ero troppo vecchia per uscire stasera e ora morirò giovane anche se è troppo tardi che ne ho già venti, di anni.
baci sparsi a todos