27 ottobre 2012

che ti vesti senza più guardar lo specchio dietro te...

Non ho mai ed ancora avuto il coraggio di salire sulla bilancia. A parte piccole eccezioni e picchi sfociati in abbuffate vere e proprie, praticamente è da domenica -sei giorni di fila, non mi è MAI successo- che mangio ininterrottamente troppo. Per l'ennesima volta, ieri notte ho deciso di dire basta, rialzarmi e come minimo digiunare quest'ultimi due giorni della settimana; per ora sono sopravvissuta ed ho lo stomaco vuoto, finalmente. Grazie a giorni di schifo ed alla splendida sensazione che mi mancava, metterei la mano sul fuoco che oggi non riuscirò a toccare cibo...ma potrei bruciarmi.

Non so cosa mi stia succedendo, di preciso. Come sempre mi perdo e mi ritrovo. Poi riemergono anche vecchie cose, fin troppo vecchie. Vario tanto per rimanere sempre la stessa, forse...o forse in realtà penso che ogni singola parola -addirittura- contribuisca a profonde ferite e cambiamenti, anche se magari la cosa non è subito visibile: non so quale delle due opposte versioni sia la verità, ma di fatto io mi sento sempre la solita merda, quindi opterei per la prima. Di diverso dal solito c'è che nonostante il disastro alimentare, in questi giorni mi sono alzata ed ho vissuto e c'è anche che non avevo mai avuto lo schifoso coraggio di passare tutto questo tempo a mangiare fregandomene delle conseguenze, perchè non volendo uccidermi ho sempre recuperato i miei errori (se non l'avessi fatto ora sarei obesa). Credo semplicemente che in questi giorni ho avuto tutt'altro tipo di pensieri e quindi il fatto di essere più grassa -e, tra l'altro, di aver rinunciato subito al bel fatto di essere tornata così dimagrita e annessi commenti che sono stati una gioia per il cuore- mi sono stati quasi indifferenti al confronto. In questi giorni sono riuscita a piangere. E no, non ero ubriaca. Ed è quasi un anno che non riuscivo a piangere lucidamente. Questo è un altro aspetto che è ritornato della vecchia me, quella che piangeva. Quella che. Il pianto è tornato a braccetto col tagliarsi, cosa che in teoria avevo deciso di smettere di fare, un pò anche nella pratica. Negli ultimi tempi ogni tanto mi ferivo fisicamente poichè senza saper piangere non trovavo altro modo per sfogarmi...ora invece mi taglio piangendo, questioni di completezza. E punizioni, tante. Credo che il top della settimana sia stato giovedì, dove almeno sono successi due -più o meno- piccoli episodi che in qualche modo mi hanno colpito.

Uno è stato banale e inutile. Credo di aver avuto paura in un momento in cui ero sola, per una situazione non nuova e che non mi ha assolutamente mai fatto questo effetto. Ero in treno da sola, un extracomunitario credo ubriaco si è seduto di fronte/appiccicato a me ed ha iniziato a fissarmi -e fin lì solo fastidio dato che il treno era mezzo vuoto e poteva sedersi altrove- poi ha iniziato a parlarmi nonostante avessi le cuffie, mie risposte secche, sarcasmi e parolacce sparse (tipo se se ne poteva andare fuori dai coglioni), poi ha iniziato ad insistere ed ha osato toccarmi la spalla e fin qui ancora va bene, ma il momento di paura c'è stato quando io mi sono alzata per cambiare posto e lui mi ha fermato e trattenuto. Non so perchè ma stavo tipo per scoppiare a piangere e urlargli qualcosa (seconda cosa fatta, infatti alla fine se n'è andato). In ogni caso, la cosa che mi ha più disarmato è stata l'indifferenza di tutti gli altri passeggeri: solo dopo che se n'è andato sono spuntati una sorta di solidarietà e ovviamente razzismo, cosa che odio. Utile. Un vecchio con la moglie seduti al mio fianco che mi ha chiesto se stavo bene e che stava per intervenire, che fosse per lui l'avrebbe spinto sotto il treno (?) e devono tornare al loro paese bla bla bla e poi una simpatica donna in carriera che ha detto che sono stata anche troppo brava e paziente, infine l'unica persona salvabile in quanto assente al momento della scena, cioè il controllore che ha sentito il vecchio parlare e quando sono scesa dal treno ha insistito col chiedermi se stavo bene e avevo bisogno di qualcosa. Ora. Di fatto non è successo NIENTE di niente e sono abituata a queste scene (infatti di solito scarico tutti con battute e finita lì, altro che paura), ma non so perchè, questa volta ho reagito così all'insistenza di questo tipo -che già ha invaso il mio spazio vitale e soprattutto il mio momento sacro del guardare fuori dal finestrino piagnucolando e ascoltando la musica durante i viaggi in treno- e poi si è permesso di toccarmi e soprattutto fermarmi quando me  ne stavo andando. Ero sola, come sempre. Prima dell'apice della situazione -e della paura- stavo messaggiando con C a cui ho detto di quel tipo che continuava a fissarmi e sbavare, che palle : c'è stata la tentazione poi di raccontarglielo e condividere la cosa, giusto per non sentirmi sola, ma alle sue risposte idiote, indifferenti e simpatiche ci ho subito rinunciato. E poi sono abituata alla solitudine, assai preferibile. In ogni caso, la cosa che mi ha turbato è stata quella di avere paura: non ci ero più abituata e non è divertente, poi è stata una novità in questa situazione.
  • In ogni caso, questo è niente in confronto al caos del teatrino creato da mio padre per una cavolata riguardante la lezione di piano. Gli ho annunciato che avrei saltato la lezione del giorno dopo dato che per una settimana non ho potuto suonare e non ero pronta nè avevo fatto qualcosa di nuovo e sarebbe stata una lezione inutile...non l'avessi mai fatto. E tra parentesi, ovviamente ho dovuto fare quella lezione ieri. Sono tornata ai vecchi tempi in cui mio padre non ascolta e soprattutto non capisce niente, ai tempi in cui niente è semplice ed io a quanto pare sono tornata ad essere la solita figlia di merda piena di complessi e paure. E anche lì, il magone, sfociato in una notte passata a tagliarmi e piangere come una bambina (ok, non penso che le bambine usino lamette, mi riferivo al piangere). 
Mi sono chiesta se possa esistere l'amore, senza la comprensione. Credo di no, eppure mio padre mi ama. Si, mi amerà per abitudine o perchè deve farlo: se non mi capisce MAI e non mi conosce, di fatto, come può amarmi? Cosa può amare di me? La sua idea errata? Allora non ama me. Non lo so. Non lo so,  ma è orribile. Io detesto non essere capita, è veramente la cosa più triste del mondo. E mi sono dovuta ritrovare di nuovo ad omettere i miei pensieri in quanto inutili ed inesistenti con lui, se non vagamente mentire. E voler piangere, e voler urlare, e voler scoppiare. Ecco, forse non essendo riuscita a farlo con le parole ho provato a farlo fisicamente mangiando così tanto. E niente. Nient'altro di nuovo. Sto passando le mie giornate ascoltando due cd di Battisti, nuova droga (mica tanto nuova). Da ieri qui piove e fa più freddo. Ho le mani congelate e lo stomaco che brontola: ne sono felice, finalmente. Riprenderò in mano la mia vita, come sempre.
Ah. Non so se qualcuno conosce e vede Once upon a time, in ogni caso l'ultima puntata mi ha illuminato. Credo di potermi rispecchiare nel personaggio di Cappuccetto Rosso : il punto focale sta nell' ho paura, ma lo farò o qualcosa del genere. Dopo la scenetta del treno e poco prima della mia prima lezione di corso di pasticceria mi sono auto-ricordata di essere come lei e che anche se al momento ero terrorizzata ce l'avrei fatta, perchè io ce la faccio. E anche prima della lezione di pianoforte. E niente: a quanto pare sono tornata ogni tanto ad avere paura, è possibile che io ne abbia (ed odio la cosa, si stava così bene quando me n'ero sbarazzata), ma posso fare tutto e lo farò. Non vedo l'ora.


p.s: questa meravigliosa canzone con cui mi sono fissata la dedico anche a te, Valentina.

4 commenti:

  1. Hai avuto ragione ad aver paura in treno, perché davvero potrebbe esserti andata peggio! A me è successo di essere seguita, per più di una volta, dallo stesso uomo con la stessa auto, che abita dalle mie parti, e a distanza di tempo. E' stato più o meno simile, mi ha seguito per più di una sera. Non ho avuto molta paura a dire il vero, a parte quando si fermava con la sua auto vicino a me, e io dovevo senza dubbio accelerare. Ad ogni modo, non so come funziona l'amore. Molte volte mi sono chiesta se l'amore di mia madre verso di me fosse vero anche senza la sua comprensione. Lei potrebbe "amarmi" per il desiderio di non sentirsi "inutile" e sola, o per una semplice ragione che ha a che fare con la possessività, o per mille altri motivi. Non possiamo sapere perché ci amano, possiamo solo accertarci che loro ci amino davvero.
    Un bacio, non avere paura,
    Effe (:

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  2. mi spiace tanto per questa disavventura, Mia. io al tuo posto sarei morta di paura... spero che te ne dimentichi presto... un bacio

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  3. sei dolcissima. Grazie di tutto... se vuoi domenica sera sarò per un pò su skype... solo se ti va...
    non ho la testa per commentare, ora, ma ti sono veramente vicina.

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  4. Avrei avuto paura anche io in treno. E molto, molto, moltissimo fastidio per i tizi vicino a te e i loro commenti 'utilissimi'.
    Per quanto riguarda tuo papà, sai un po' ti capisco. Mio padre non mi ha mai capita, non c'è ancora riuscito, infatti continua a sbagliare modo di rapportarsi con me, ma so che mi ama. Non so se sia per 'pigrizia' o cosa che non prova neanche a capire come sto e altre cose, forse è più difficile per loro farlo, e forse fa anche paura, per questo si limitano spesso solo ad amare e provare a dimostrarlo nel loro modo, giusto o sbagliato. Però fa male, è vero.
    Un bacio :3

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Se ci fossero altri visitatori all'infuori di questo mondo, più che al rispetto inviterei agli insulti, per il semplice motivo che non esiste alcuna ragione al mondo per cui io possa essere insultata (riguardante il mondo dei dca, quantomeno) e potrei felicemente rispondere ed argomentare qualsiasi critica o altra stronzata. Ma tanto sono sfigata e il karma non mi accontenta mai, c'est la vie. Per le altre, invece: grazie di essere passate.