20 settembre 2012

Genitrici di mezzo, sfogo e stronzate.

peso: 73,2kg
d.a.: bistecca di manzo, fetta di tacchino e bicchiere di latte di soia.

Questa mattina è stata proprio carina. Iniziata al meglio: mi sono svegliata senza troppe storie e dopo aver fatto un bel sogno, ho fatto la mia guida con lo gnocco number three e per la prima volta durante la stessa ho iniziato a parlare con l'uomo seduto al mio fianco -anzichè un silenzio ai limiti dell'imbarazzante, eccetto le urla dell'istruttore di turno- col risultato di non fare nemmeno caso al guidare in sè e dunque stupidi errori. Una volta tornata a casa, come se niente fosse stato il silenzio con mia madre si è interrotto, senza che nessuno dicesse niente al riguardo. Ho assaporato la rara oretta concessami di solitudine a casa, cucinando lentamente e con tanto ammore il sugo alla bolognese, nel frattempo ascoltando musica in pace ed allegria e sorseggiando una tisana, ancora a stomaco vuoto. Mia sorella è tornata. Poi sbadabam, una serie di eventi che mi hanno reso particolarmente triste.

Tutto è partito dalla solita scena che sarebbe improprio definire litigio dei miei genitori: consiste in mio padre che passa dal fare battute e lanciare frecciatine all'alterarsi, litigare e insultare mia madre tirando in ballo tutta la loro vita, con lei quasi sempre in silenzio. Ad un certo punto volevo dare a entrambi dei coglioni, così. Ma non ho detto niente. Ho solo osservato. So solo che è triste, loro sono infelici, stanchi e soprattutto che il loro rapporto orribile si alimenta solo su una serie di fraintendimenti, pregiudizi (specie da parte di mio padre) ed idee radicate e impossibili da cambiare...e non sulla mancanza di affetto. E questo è davvero triste, specie se si tratta dei tuoi genitori. Credo che la cosa che mi abbia ferito di più sia proprio il fatto che non cambia e non potrà mai cambiare niente, che alla fine rimangono sempre allo stesso punto e si rovinano la vita a vicenda, ma che si feriscono -e importa loro- a tal punto da riuscire ad essere ancora così arrabbiati e ripetere le stesse cose da trent'anni. Ma io cosa dovrei fare? I miei tentativi li ho fatti. Cosa devo fare, dire a mio padre che è un coglione perchè non ascolta, non vuole ascoltare e qualunque cosa possa dire o fare mia madre lui resta col suo pregiudizio sbagliato su di lei e quindi è inutile e oltre a questo, che in un istante diventa nervoso e poi incazzato, urla, aggredisce e fa proprio paura, provocando la reazione del silenzio perchè tutto finisca il prima possibile? E fargli notare che tra l'altro, con qualche persona più di altre basta questa aggressività per mandare a fanculo qualsiasi buona intenzione di dialogo? Dire a mia madre che è un'idiota per il suo carattere debole, perchè si arrende e non tira fuori le palle, perchè incassa senza fiatare e lo preferisce al contraddire mio padre? Sarà fatta così, per quanto non lo condivida. Ho pensato su di lei che forse più che depressa sia semplicemente fatta così; infondo io l'ho sempre vista in questo modo, chi mi dice che non lo sia sempre stata di suo, caratterialmente, ovviamente con aggiunte le complicazioni del matrimonio con mio padre e cinque figli da cui non volersi separare? E anche mio padre è fatto così, oh sì. Dopo sessant'anni passati a credere che mia madre gli abbia rovinato la vita e i figli, chi glielo fa fare di mettere in dubbio perfino questo? O cambiare idea sulla persona che ha sposato, su come è fatta -perchè non la conosce affatto- di punto in bianco? Nessuno, tantomeno io...e nemmeno sè stesso, perchè sarebbe insostenibile il peso di accorgersi come se niente fosse che forse è stata colpa sua che era pazzo e si è rovinato la vita a causa di un'idea di persona che non esiste, anche se resta tutto ingiusto. Rassegnazione a parte, una cosa che mi ha colpito è la loro stanchezza. Stanno invecchiando, stanno anche diventando ulteriormente rincoglioniti -se possibile- hanno gli occhi ed il viso stanchi, sono pieni di dolori. E la cosa non mi rattrista perchè sto già pensando alla loro morte (figuriamoci, almeno per altri quindici anni me li dovrò sorbire, gli stronzi), ma perchè erano così anche anni fa, perchè la loro stanchezza non è data dall'età che avanza di per sè, ma solo da tutto il male che si fanno e ricevono l'uno dall'altro tutti i giorni: il fatto che intanto invecchino anche fisicamente mi fa solo pensare che non cambieranno mai. E mi dispiace. Mi dispiace perchè non si capiscono,  non si conoscono, si vogliono bene ma non riescono. Non riescono proprio. Eppure vorrebbero. 

Questo è il motivo per cui ora mi sento triste. Precisiamo, tralasciando i vari eventi di oggi, tra cui la mia successiva dose di discorsetto (vedi anche: insulti) da parte di mio padre che evidentemente non si era ancora sfogato abbastanza, le ore perse per una stupida faccenda burocratica nemmeno conclusa -almeno ho camminato tantissimo- causa scatenante del discorso (peccato che la colpa fosse o come sostiene mio padre di quelle teste di cazzo in giacca e cravatta incapaci e stupide ma raccomandate che non sanno fare il proprio lavoro o/e di mio padre stesso, dato che lui si è occupato di tutta la faccenda per poi all'ultimo mandare me a concluderla) e poco altro di degno di nota. Però ho detto no alla pasta, ai dolci e a qualsiasi altro tipo di carboidrato (e grasso), frutta e verdure comprese. Che culo eh? Proprio una giornata indimenticabile. Fa freddo o almeno io mi sto congelando. 

Anyway, è bastato scrivere due righe di sfogo perchè io sia un pò più serena: sono sicura che un giorno questa tristezza data da rassegnazione e impotenza diventerà qualcosa di neutro e poi perfino positivo. Infondo se una cosa non può cambiare non ha senso rovinarsi l'esistenza per essa, no? E soprattutto, non stento affatto a credere che in un tempo non molto lontano i due vecchi con i loro discorsi da pazzi che non si capiscono ancora dopo trent'anni insieme mi faranno ridere o sorridere, con affetto. Cosa che capita già spesso, ma insomma, il fatto è che fino a poco tempo fa ero convinta che avrei potuto aiutarli a capire, svegliarsi, amarsi e far cambiare totalmente il loro rapporto: probabilmente era quello il mio errore fondamentale. Perchè una speranza delusa non può che far male, basterebbe riuscire ad accettare una situazione e non avere alcuna pretesa di cambiarla, per essere sereni. Arriverò alla serenità, perfino su questo argomento che sembra starmi così a cuore.

E poi ce lo vedo troppo mio padre con l'alzheimer in sedia a rotelle decrepito che rinfacci a mia madre fumante che ottocento anni prima non sia andata trovare sua suocera nonostante le sue richieste e lei che lo ignori e accenda un'altra sigaretta.




Così sarà, così sia: infondo, questa non è la mia guerra. Il problema è che se ho una cosa triste davanti agli occhi tutti i giorni, non posso non sentirmi responsabile e in colpa, semplicemente perchè potrei fare qualcosa per cambiarla ma non riesco. Non è facile nascondersi dietro ad un non è compito mio, ma ci sto lavorando. Yee.

5 commenti:

  1. Brava, parole sante, non è la tua guerra. E questo post con leggere variazioni lo avrei potuto scrivere io. A volte addannarsi per i problemi degli altri trascina anche noi in circoli viziosi e ci carica di negatività. Ci sono persone che decidono di vivere bene ed altre che COSCIENTEMENTE decidono di vivere male, soprattutto nei rapporti con quelli che gli sono più vicini. Ma è una loro decisione e uno ci prova a dirgliele le cose da fuori, poi però se non funziona è inutile continuare a sbatterci la testa!

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  2. Leggo dei tuoi e mi sembra di sentir parlare dei miei. Oddio, la situation è leggermente diversa eh, ma le impressioni-incomprensioni sono sempre le stesse. Li vedo anch'io un sacco stanchi e invecchiati, e non tanto per la loro età visto che sono piuttosto giovani, ma per il gelo che c'è tra di loro. Uno incolpa l'altro, ovviamente. E non sai quante volte ho provato a sistemare le cose, ma è inutile. Non si parlano, se si parlano o è per organizzare cose come cosa cuciniamo, cosa regaliamo a E. (mio fratello), oppure è per scannarsi. Anzi, ora che ci penso anche nel primo caso poi si sfocia sempre in litigio. E fondamentalmente non litigano perché uno non ha lavato i piatti o ha un'opinione diversa. Litigano perché non si amano. Non riescono più a sopportare la presenza dell'altro. Io di solito sono sempre schierata dalla parte di mia madre che sì, è un po' isterica, ma è davvero una donna fantastica, oltre che bella, e mio padre quando si incazza perde la testa e fa paura. Tempo fa ci si alzava anche le mani, ora abbiamo imparato a gestirlo e quando inizia a dare di matto lo lasciamo navigare nel suo brodo e basta. Mio padre è un tipo strano, un vero e proprio orso. Spesso mi dà fastidio persino come mangia, come respira...è fastidioso. Però mi fa una pena immensa, perché nel momento in cui mia madre se ne andrà lui rimarrà completamente solo. Grazie alla sua capacità di isolarsi da tutti e non condividere i suoi sentimenti rimarrà fottutamente solo, io lo so.
    Tutta questa situazione fa schifo, e quello che mi fa incazzare è che io in 18 anni ho capito di avere una vita sola e che devo cercare di godermela il più possibile, loro che dovrebbero essere molto più maturi si accontentano di questa vita. Certo, ci sono responsabilità economiche e familiari di mezzo, mio fratello è ancora un bambino. Però una persona a 10, 30, 40 o 60 anni non dovrebbe avere il diritto di sentirsi felice? E allora perché si accontentano, perché non cambiano le cose?

    E' tutto talmente triste che a 18 anni sono disillusa come una 40enne single. Non so se l'amore, quello vero, esiste e soprattutto non credo che possa durare. Non posso incolpare i miei genitori per questo, perché sono semplicemente umani come me e non esseri perfetti, ma non posso nascondere il fatto che le mie idee pessimiste sull'amore e il rapporto di coppia dipendano molto da quello che ho vissuto qui in casa.

    Spero di non averti depressa :)

    Ma quindi ci incontreremo mai a Milano? :)

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  3. guarda i miei sono venticinque anni che si odiano a morte e che si gridano addosso, il tutto avanti ai loro bambini (per fortuna ora siamo "grandi")...
    un bacio

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  4. Ci si può volere bene eppure non comprendersi. Quando le cose stanno così è meglio prendere atto del proprio fallimento e separarsi, piuttosto che trascinare per anni odio e rancore e insultarsi a vicenda,oppure incarnare il meccanismo vittima- carnefice in cui uno dei coniugi tormenta l'altro. E' meglio, anche per i figli, che meritano di vivere in un'atmosfera più serena.
    Non credo che mai riuscirai a sorridere riguardo al rapporto con i tuoi genitori; potrai prendere le distanze, questo sì, ma non fino al punto di vedere solo il lato comico ( semmai ci sia) della situazione. Si tratta pur sempre di una situazione dolorosa. E' giustissimo che tu via la tua vita senza portarti sempre dietro questo doloroso fardello, che tu non ti faccia rovinare la vita, intendo.
    purtroppo a volte i coniugi rovinano la vita dei figli, che si trovano ad essere comunque influenzati dai loro cattivi rapporti. Per questo è meglio separarsi, quando proprio non si riesce ad andare d'accordo.
    Un bacio. Irene

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    1. Innanzitutto grazie per il commento. Non c'è niente su cui io possa concordare di più dell'idea che bisognerebbe prenderne atto e separarsi: ti assicuro che è da quando ero piccola che ogni notte pregavo che i miei genitori si separassero, semplicemente perchè li preferivo divisi ma felici. Ma se loro sono i primi a non considerare nemmeno l'opzione di separarsi -per ironia della vita, proprio in nome di noi figli e della nostra serenità- io che dovrei fare? Lo so e concordo che bisognerebbe farlo se le cose sono messe così male e senza possibilità di cambiare...ma non penso di poter separare io due persone che nemmeno considerano l'idea di farlo, ecco. Un bacio a te.

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Se ci fossero altri visitatori all'infuori di questo mondo, più che al rispetto inviterei agli insulti, per il semplice motivo che non esiste alcuna ragione al mondo per cui io possa essere insultata (riguardante il mondo dei dca, quantomeno) e potrei felicemente rispondere ed argomentare qualsiasi critica o altra stronzata. Ma tanto sono sfigata e il karma non mi accontenta mai, c'est la vie. Per le altre, invece: grazie di essere passate.