30 settembre 2012

Più pecora -inculata da un pastore sardo- che lupo.




Non so di preciso cosa mi abbia gettato in questo stato d'animo profondamente triste. O forse sì. La conclusione della giornata di ieri è stata la necessità di farmi un bel pianto liberatorio -come non riesco a fare da ormai mesi- farmi una canna e/o staccarmi un braccio, lentamente, con una lametta. Non a causa del cibo, anzi; fenomeno raro. So solo che, almeno adesso, si tratta di una profonda voglia e necessità di essere triste e piangere sui ricordi che non torneranno mai più. L'unica cosa priva di senso è cosa spinga una persona che già di suo e senza ulteriori complicazioni in una settimana riesca ad essere più volte disperata ad aver bisogno di essere triste. Invece no, perchè io ho bisogno di immergermi nella tristezza, di viverla fino in fondo, viverla e basta: solo così potrei superarla. So che mi sentirei meglio, perchè così ho sempre fatto, in modo naturale. Ero solita fare, perchè da tempo non riesco a sentire nel modo giusto, totalmente. Io sto soffrendo perchè non riesco a sentirmi niente di niente, che sia euforica o infelice. O forse sono realmente triste, ma è una cosa così lieve da poter essere scambiata perfino con la noia. Ma non da me. Non riesco più a distinguere i confini tra pensiero ed emozione. Io voglio immedesimarmi in una parte morta di me stessa: voglio che rinasca, ma non ne trovo più nemmeno le ceneri. Ieri, in modi totalmente diversi, ho avuto sbattute in faccia le prove -a ciascuno la sua- che i miei genitori non cambieranno e tantomeno capiranno mai. Che le cose peggiori e che mi hanno sempre ferito restano lì, ancorate come cristiani alla Bibbia (scusate, non ho trovato nessun'altra immagine più poetica, a parte le cozze allo scoglio). Così ho pensato che se gli altri non possono cambiare, l'unica cosa che posso fare è cambiare io. Solo che l'ho pensato senza il solito ottimismo, anzi. Da una parte mi rendo conto che i miei pensieri di ieri notte siano assolutamente infantili e soprattutto rassegnati (ormai so analizzarmi e noto ogni minimo tentativo di regressione, figuriamoci questo che è palese come una scritta al neon lampeggiante di notte) ma dall'altra sono stanca ed ho voglia e necessità di tornare a fare i capricci. A piangere non ci riesco, ma forse a fare i capricci sì. Lasciarmi andare insomma, alla parte forse peggiore di me stessa.

Il succo del famoso pensiero di ieri notte è questo:

Se le mie parole equivalgono all'aria, allora l'unico modo rimasto per comunicare è il mio corpo. Fino ad oggi sono stata incapace di esprimermi con esso in ogni modo possibile, a dispetto di tante parole. Fare, azioni, corpo: farò qualsiasi cosa vogliate, muta e inespressiva. Infondo è da quando sono al mondo che mi viene ribadito quasi a suon di schiaffi -perchè, per l'appunto, contano le azioni- il concetto che non conta chi o come sei, ma solo quello che fai o non fai: il resto è nulla. E per decine di anni ho provato a ribellarmi a questo principio. Forse è questo che mi ha causato così tanti problemi, quindi è ora di fare e stare zitti. Compirò azioni da applauso, rendendo al tempo stessa me stessa coerente con il nulla, perchè il resto è nulla ed io sono il resto. Almeno per voi. Mai più essere o sentire, cose prive di alcun valore. O almeno, questo è quello che vedrete voi dall'esterno. Perchè io punto proprio al far scomparire il mio corpo in nome della vera me stessa, tutto spirito. Si tratta solo di fare il mio ultimo spettacolo per voi -meravigliosa attrice, di questo devo darmene atto- e poi volare via, perchè l'anima pesa solo 32g. E se un'espressione di stupore allora righerà i vostri orribili visi, immaginate io come potrò star ridendo. Mi soffocherò con le mie stesse risate. 

Non so dove sia finito il mio lato combattivo e positivo. O meglio, solo quello positivo, perchè anche questa è una guerra e sarà sanguinosa. Ma sono consapevole che quel che voglio realizzare è sbagliato, che non è il modo giusto per affrontare le cose, che non ha senso, che è un passo indietro. Lo so, ma non riesco a non rassegnarmi a questa idea, a questa reazione. Reazione a cosa, di preciso? A quale novità? Non so cosa mi sia preso, infondo non ho dovuto attutire nessun colpo che io non abbia già affrontato in passato: di fatto non è successo niente. Probabilmente tra qualche giorno o anche solo domani vedrò le cose in modo totalmente diverso. Magari no. Ah, volare via non significa necessariamente tirare le cuoia: non intendo morire. Semplicemente andarmene.

<<I know, I have to go away>>  cantava Stevens in una canzone che mi ha sempre fatto piangere inquadrando perfettamente certe situazioni con mio padre e mie reazioni. Ed aveva ragione, anche se ero convinta del contrario fino a poco tempo fa.

Dovrei solo rivedere il mio piano di sopravvivenza fino a quel momento, forse.
Ma così non sembra poi tanto male.

Anzi, già che ci sono mi sfogo per bene, almeno a parole. Forse lo so che cos'è, dicevo. La mia potrebbe essere una naturale reazione a quando succede che per tutta la vita chi dovrebbe conoscerti meglio non sa niente di te e soprattutto non ti comprende, tu soffri, poi di punto in bianco e solo grazie al parere dell'esperto si scopre che non sei pura merda e allora sembra che tutto sia cambiato -ma ti sembra così assurdo che non sai se è una barzelletta o un sogno- così wow, alla fine tiri un sospiro di sollievo e vorresti quasi piangere per la commozione, sei sereno...e poi di nuovo tutto crolla. Prima almeno c'era stabilità in qualche modo, seppur pessimo: c'era una sicurezza. La cosa divertente è che tu sei sempre la stessa persona, probabilmente anni fa migliore e più pura. Sei sempre la stessa, adesso ti sembra perfino di star migliorando e cambiando, fai passi enormi, ma proprio in quel momento il modo in cui vieni trattata e vista cambia drasticamente in peggio. E uno cosa dovrebbe e potrebbe fare? Sono stanca. Prima ero stanca della stessa situazione, ora sono stanca il triplo per doverne affrontare di diverse. Ti sembra un sogno ma ti abitui e la vedi come normale routine, ma poi lo schifo del passato riesplode. E tu non puoi farci niente. Ma non ho voglia di esplodere anche io. Posso solo rassegnarmi, il problema è che fa male. Male come la prima volta, anche se essendo solita ripetersi da anni quasi non bruciava più. E la cosa peggiore del mondo è svegliarsi da un bel sogno. O anche brutto, semplicemente perchè è finito e non tornerà più. L'ideale sarebbe non sognare, ma se non sogno muoio. E allora lasciamolo bruciare e basta.

3 commenti:

  1. "Rido perché l'aria si esaurirà, ma il vuoto crea stabilità" (cit.)
    http://www.youtube.com/watch?v=NrZaW36A7xo

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  2. A parte che amo gli Afterhours...bene, rientra nei tuoi talenti anche il trovare la canzone perfetta per ogni momento. Grazie!

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Se ci fossero altri visitatori all'infuori di questo mondo, più che al rispetto inviterei agli insulti, per il semplice motivo che non esiste alcuna ragione al mondo per cui io possa essere insultata (riguardante il mondo dei dca, quantomeno) e potrei felicemente rispondere ed argomentare qualsiasi critica o altra stronzata. Ma tanto sono sfigata e il karma non mi accontenta mai, c'est la vie. Per le altre, invece: grazie di essere passate.