21 novembre 2012

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La verità è che  non lo so.
Non so più niente, ho bisogno di sapere per vivere.

Il battito del mio cuore e la mia respirazione suggeriscono che io di fatto stia vivendo. Per la prima volta nella mia vita mi è successa una cosa che suppongo essere simile ad un attacco di panico, come sintomatologia. Semplicemente il mio cuore ha iniziato a battere all'impazzata al punto che pulsavo a tempo anche io -pensavo che stessi per morire o almeno avere un infarto- ed ho iniziato a tremare senza alcun controllo. Era insolito perchè all'inizio io ero mentalmente tranquilla: un conto è quando provi determinate emozioni e di conseguenza il tuo corpo reagisce, un altro è quando avviene esattamente il contrario: è troppo strano. D'altronde, se quando sei agitato il consiglio è di controllare la respirazione al fine di calmarti, suppongo che valga il viceversa secondo cui conseguentemente alle tue reazioni corporee possa cambiare il tuo stato d'animo. Controllando la mente puoi comandare il corpo e viceversa. Se fossi stata da sola sarei scoppiata a piangere perchè mi è venuto istintivo farlo di fronte all'impotenza del momento, ma non essendolo mi sono controllata ed è uscita solo una lacrimuccia. Di fatto non mi è successo niente di niente, ma l'ho trovato davvero angosciante. L'assurdità e lo shock del tutto sta semplicemente nel fatto di aver sentito il mio corpo andare per i fatti propri, indipendentemente dalla mia volontà, dalle emozioni provate al momento, dalla mia mente. Tutt'ora non riesco a trovare altri termini per sostituire lo strano, assurdo. E non mi riferisco a quando per esempio si ha paura di qualcosa ed il cuore accelera, si inizia a sudare e tutto il resto, perchè se sei in un preciso stato emotivo/psicologico è normale che sia così e direi che al momento sei preso da tutt'altro e nemmeno ci fai caso a cosa succede dentro di te: la cosa disarmante è stata proprio l'assenza di qualsiasi emozione, ma solo una reazione del corpo che io ero lì ad osservare senza poter fare nulla.

Poi certo, non è che proprio per pochi minuti di tachicardia, folle tremore e crisi di pianto trattenuta a stento la mia vita sia rovinata e niente abbia più senso: credo di avere ben altro a cui pensare. 

Dovrei, almeno. Il problema è che non mi viene in mente niente a cui pensare. Il problema è non sapere cosa mi stia succedendo, cosa non vada, come vorrei che le cose andassero, perchè. Chi sono, dove sono, in che momento mi trovo, sulla linea del tempo. So a stento che giorno sia oggi. Mi è venuto in mente perchè il mercoledì sera c'è l'utilissimo corso di cosmetologia e tra un'oretta mi toccherà andarci. So che con domani si chiuderebbe la terza finta -perchè le settimane hanno sette giorni, al massimo sei intese scolasticamente- settimana  in cui non vado a scuola, e lo so quasi per becera logica del 2+2, perchè un indeterminato tempo fa erano due settimane.  Il tempo scorre.  Non capisco e ricordo nemmeno se ultimamente sto dormendo tantissimo o è solo un'impressione, fatto sta che sono sempre più stanca. E lo dice una che in genere dopo un certo e piccolo numero di ore di sonno si sveglia e neanche sotto tortura riuscirebbe a dormire ancora, di più...adesso, giuro, dormirei da adesso fino alle tredici di domani per poi alle tre del pomeriggio crollare di nuovo. Ho perso  il tempo,  per quanto lo odi. Almeno ha smesso di inseguirmi. Ma esso è alleato dei tuoi piani, indispensabile alleato. Ma se non hai piani, infondo, a che ti serve conoscere il tempo? Forse l'accelerazione incontrollata del mio battito-vita ha cambiato la mia concezione di tempo. Non va bene accelerare, ma forse ora più che troppo veloce il tempo sembra che non passi mai, è congelato. O forse no, perchè mi sembra ieri che era venerdì scorso -ormai è quasi il prossimo- in effetti il tempo sta volando. Io no però. Vorrei vivere, vorrei morire. Non vedo neanche la differenza. Una carissima persona mi scrisse qui che dal momento in cui apriamo gli occhi la mattina e constatiamo di star respirando siamo vivi, punto. Sono d'accordo, ma se gli occhi li apri di sera? Il pomeriggio? O non li apri nemmeno e resti a metà tra il mondo onirico e quello reale? Se respiri ma è tutto lì? Non posso dire di essere o sentirmi morta, ovviamente: sono viva. E quindi? E allora?  Cosa vogliamo farne di questa facoltà respiratoria?  Donare i propri polmoni a qualche bisognoso? Non trovo risposte alla domanda, non ne trovo proprio e non so cosa fare. Forse il problema vero è che la mia attuale vita è ricca di dovrei ma di nessun devo. E forse troppi forse, ma proprio forse. E troppe cose, troppo tutto. Mai troppo poco, vero? D'altronde si deve scegliere tra lo stare zitti o parlare troppo, anche se nessuna delle due cose può rendere e spiegare ciò che hai dentro: nel dubbio sarebbe meglio tacere, meno male. E chi me li deve imporre i devo? I miei genitori? La società? Io stessa ed il mio senso di responsabilità? Dio? Ed ha senso imporseli? O è sbagliato? Belle domande. Il problema è la risposta, cioè che il variare della partenza -tantomeno da parte di me stessa- delle imposizioni non cambia il risultato. Sono sempre qui  -forse non sono sempre io, ma sono qui. E non funziona niente. Non so dove sbattere la testa, ma sono sicura di volerlo fare? Il muro è sempre lì, compagno fedele di vita. E tutto è un casino perchè non capisci mai se sono solo scuse e la realtà è fin troppo semplice, chiara e banale e sei solo tu che ti comporti da vittima fallita depressa del cazzo o se è vero che è complicato, in qualche modo. Ma in questo momento, conoscere la verità farebbe la differenza in me e nella mia vita? No. La verità, altra bella questione. Dopo qualche tintinnamento in età infantile-adolescenziale ho sempre sostenuto che la verità esistesse, altro che punti di vista e relatività. Ora dubito di tutto. Esiste LA verità? Ne esistono tante? Allora non sono verità.


E a me cosa diavolo me ne frega, in effetti? 

Forse sto ponendo domande a caso e giusto per abitudine, senza interessarmi realmente alla risposta. Qualcuno sostiene che basti porsi domande -magari quelle giuste. Io penso che siano inutili senza risposte. Se fosse importante solo porsi domande, non so, io dovrei essere importante? No. In ogni caso, non mi interessa. Questo è il problema, forse non c'è altro da aggiungere.

2 commenti:

  1. Gli attacchi di panico vengono quando qualcosa che abbiamo messo a forza nel dimenticatoio dell'inconscio, cerca di uscire e quando sta per farcela ci troviamo sopraffatti dalla sua forza e ci sentiamo letteralmente morire..Non temere di guardarti dentro, potresti scoprirti immensa, laddove credevi di essere angolo buio..♥

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  2. Mi dispiace per quello che stai passando, ma ci tenevo a dirti che scrivi davvero bene! Il tuo modo di raccontarti è molto coinvolgente.

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Se ci fossero altri visitatori all'infuori di questo mondo, più che al rispetto inviterei agli insulti, per il semplice motivo che non esiste alcuna ragione al mondo per cui io possa essere insultata (riguardante il mondo dei dca, quantomeno) e potrei felicemente rispondere ed argomentare qualsiasi critica o altra stronzata. Ma tanto sono sfigata e il karma non mi accontenta mai, c'est la vie. Per le altre, invece: grazie di essere passate.