11 novembre 2012

La non esistenza della domenica.


Domenica.

Stomaco vuoto fino a sera, tutto stava andando bene: pensavo che l'unica cosa buona che potessi fare oggi fosse un digiuno. Mi sono ritrovata a preparare la cena  nell'attesa che tornassero i miei, andati a prendere mio fratello. Poi un'istante e due fatti hanno rovinato tutto, sbam. Per prima cosa mi viene in mente che è l'11/11 e mi ricordo che un mese fa avevo pensato fosse una data perfetta per partire e rivedere lui, quindi penso che a quest'ora sarei dovuta essere in quella città e che più tardi o al massimo domani l'avrei rivisto. Aggiungiamoci il fatto che vengo informata del ritardo di più di un'ora -non so come abbiano fatto i miei, ma anzichè tornare a casa sono finiti in tutt'altra direzione, qualcosa come a Piacenza. Quindi brutti pensieri + un'ora di ritardo, un ritardo terribile quando i tempi erano perfettamente calcolati per fare trovare ogni cosa pronta e ancora calda e fumante. Tutto a puttane, non vado molto d'accordo con gli imprevisti. Morale? Mi ritrovo da sola in cucina, a mangiare, mangiare e mangiare. E ci si mette anche mio fratello a dirmi che ehi, quelle patatine fritte appena fatte faranno schifo tra un'ora -mica vorrai riscaldarle al microonde- mangiamocele noi. Certo. E mia madre per la grande occasione ha anche cucinato una torta di mele. Nemmeno ricordo l'ultima volta che abbia cucinato un dolce per noi due e mio padre, noi che abbiamo il difetto di essere sempre qui a casa e non sparsi per il mondo. Ammetto che oggi mi interessi solo l'aver mangiato di per sè, altro che pensieri sulla qualità del cibo ingerito: ormai quella disintossicazione-cambio filosofia alimentare non sembra nient'altro che un sogno. Sarà perchè è durata poche ore. Sono così patetica da essermi cambiata venti volte (tra un pezzo di pigiama e un altro, intendo), come se potessi sembrare meno grassa cambiando vestiti. E poi mica sto aspettando un uscita galante con un ragazzo, è solo mio fratello maggiore che ritorna, cosa me ne importa? Vammi a capire.
(leggere l'immagine con una virgola dopo il fuck) Non sono negativa e da domani -lunedì- mi rimetterò in sesto, davvero, impegnandomi al massimo e con la forza che solo un nuovo inizio può darti. Da domani riproverò a smettere di mangiare miliardi di cose (pasta, pane, schifezze varie, dolci riso, carne, pesce, uova, latte e credo basta) al fine di stare meglio ed arrivare stabilmente ad uno stile alimentare sano. Da domani avrò una settimana piena, che inizierà con scuola (maybe), la mia penultima guida e l'amatissimo corso di fotografia serale. Domani dovrei anche pesarmi. Il conto alla rovescia mi suggerisce che in ogni caso ho ancora tre settimane...un'infinità di tempo, se ben speso. Tutto domani. Ma di domenica non esiste forse la vita? Cos'è, un apatico limbo in cui non succede niente? E ci si deve arrendere alla domenica? Non si può reagire? Sembra di no. La domenica non è che non sono me stessa, è che proprio non esisto. Forse non esiste neanche lei ed è solo un'illusione.
  • Mi viene in mente che se non fossi io -con tutte le accezioni negative del termine- questa domenica l'avrei potuta passare con F. Anzi, da ieri sera a stasera, in realtà: sabato sera uscire insieme, a dormire da lui, l'indomani casa libera, nelLettoStavoltaPossoRealizzareQuelCheTiAndavaDiFare ;) (cos'era, un ricatto? pensava di convincermi così a rispondergli?), "mangiamo qui" e poi andare in un posto dove lui doveva suonare -ed ha suonato- in orario aperitivo. Una cosa carina, no? Ma da sabato mattina in poi non gli ho mai risposto (nemmeno agli insulti alle 5 del mattino, presumo da ubriaco), nemmeno ora. E poi si è limitato a dirmi che se non gli avessi risposto nemmeno quella volta -l'ultima- mi avrebbe lasciato in pace, suppongo intendendo smettere di cercarmi. E non ho risposto. In effetti, chi se ne frega? Non sono neanche vicina all'avere una cotta per lui, altro che esserne innamorata o amarlo. So solo che saremmo stati bene e male non mi avrebbe fatto una giornatina così, con chiunque, ma non mi basta. Quindi niente, mi sono ricordata che dovrei celebrare qualcosa come la fine di questo "frequentarsi", ce la farò a sopravvivere? A parte che per quanto il mio dargli buca e sparire possano fargli girare le palle sono vagamente certa che se e quando mi farò viva io proponendogli di farmi perdonare (nel suo letto) non si farebbe scrupoli a rispondermi subito. Magari mi sbaglio. Ma intanto festeggiamo questa fine, pausa o quel che è: tanti auguri e complimenti a me. Addio.
  • Fantastico, mio fratello1 mi rivedrà obesa e gonfia, dopo quasi due anni che non ci vediamo (e chi glielo va a spiegare che fino a poco tempo fa ero diversa e molto meglio, da chiedersi wow quanto ero dimagrita?). E se continuo così anche fratello2, che non si sa ancora quando e se riuscirà a venire. Non che io intenda continuare così, al di là di loro. Ma peggiorano il tutto. 
  • In un folle raptus ho già mandato l'email per prenotare il posto in cui staro a Dicembre, quando tornerò lì. Cosa che conviene sempre fare per tempo, ma non con tutta questa fretta. Mi hanno già risposto ed è fatta, sarò lì e senza complicazioni e problemi per il come dividicerci nelle camere (eravamo in tre, a litigare per una doppia e una singola) stavolta: sarò tutta sola, in pace. La mia amichetta della scorsa volta, una volta scoperto che purttropo non saremo insieme in camera (mi ha chiesto se avessi già prenotato: bugia che mi ha spinto a farlo davvero, già che c'ero) mi ha raccomandato poi di mangiare però. Sicuro. Mi chiedo se questo sia un bene o un male per i prossimi giorni: potrebbe essere un bene perchè così facendo mi sono in qualche modo "ricordata" che il tempo scorre e devo darmi una mossa a raggiungere i miei obiettivi prima di partire, potrebbe essere un male perchè in questo modo ri-compio l'errore di pensare sempre e solo a quando partirò ed a quella vita, dimenticandomi della mia attuale e che ci devo arrivare viva a quel giorno di partenza: il tempo decreterà la risposta.
[Bilancia-mente parlando: mi sono pesata l'ultima volta un mese fa e onestamente non so cosa aspettarmi: ero 73,9kg, durante la settimana di trasferta sono sicurissima di essere tornata ai 70kg, dalle due settimane di cibo incontrollato-troppo-normale suppongo di aver sfiorato anche i 75kg senza alcun problema e questa settimana...chi lo sa: quattro giorno erano andati benissimo, ma gli ultimi tre uno schifo. Direi che non sarò MAI meno di 73-74kg, calcolando tutto. Ancora, sempre qui. Su e giù. Avanti e indietro. Che fatica vivere. E se invece domani scoprissi di pesare 80kg? O magari 100kg? Tanto ormai non riesco nemmeno a capirlo senza un metro di giudizio (digitale), io mi vedo grossomodo sempre uguale. E l'essere troppo positivi con le aspettative ti porta sempre a brutte sorprese. Ma non posso continuare a non pesarmi solo per paura, mi tocca farlo e se scoprirò una cifra improponibile sarò ancora più motivata a farla calare in fretta. Mi toccherà farlo.]

 E poi, in fondo non è affrontando le paure che si diventa grandi? Sì, paura di un oggetto inanimato. Ah beh perchè, avere paura dell'uomo nero sotto il letto sarebbe meglio? O di una cosa che esiste ma è insignificante? Dannazione.

In giorni come questi noto dei particolari che di solito mi sfuggono. Oggi mi è venuto in mente che io funziono al contrario, a quanto sembra. Sempre in negativo. Quando avverto delle aspettative nei miei confronti a priori rovino tutto e mi auto-boicotto per deluderle e quindi deludere me stessa e starci male, malissimo...ma quando invece qualcuno osa non credere in me, sfidarmi o semplicemente non aspettarsi niente, è allora che do il massimo e faccio il culo al mondo per dimostrargli che sbagliava. E tra parentesi, non parlo di aspettative o non-aspettative espresse, ma quasi sempre di mie sensazioni  ed impressioni, colte da parole, gesti ed espressioni dell'altro. O anche, quando non ci penso a quanto pare mi viene naturale fare la cosa giusta. Ma penso sempre e forse gli altri commettono l'errore di credere un minimo in me, anche se fortunatamente ben presto recuperano dubitando di tutto. In poche parole, forse potrei provare con la psicologia inversa: non so, se mi dico che tanto non sono buona a fare niente , resterò una lardona per sempre e non raggiungerò mai i miei obiettivi, sarà la volta buona che smetterò di mangiare e mi smentirò? No perchè di solito essere convinta del contrario mi ha portato sempre allo stesso punto, di merda. Allora me lo dico.

Ah. In questo preciso momento, io non mi capisco. Non ci sto neanche provando, a dir la verità. Sono troppo stanca per farlo, fatto sta che non so chi sono, chi voglio essere e dove voglio arrivare. Attualmente non sono inquadrata, nè in un modo nè in un altro. Nè qui nè lì. Non so niente. Quando sono stanca perfino di pensare, direi che posso passivamente notare la mia facile e scontata regressione ai comportamenti infantili e sicuri, come quello di focalizzare la propria vita sul cibo e su dei numeri. Esempio a caso. Cos'altro c'è? Anzi. Che ci posso fare, adesso? Sono stanca. Attenderò la forza del mattino di un nuovo giorno. E poi io non posso vivere -o quantomeno fare niente di buono- finchè non sono presente al 100%, ho un senso ed ho in mente le risposte a tutte le domande fatte sopra...per forza domani ne uscirò. Pazienza.

2 commenti:

  1. You're fucking perfect to me <3

    kantsexhibition93@gmail.com



    Betty <3

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  2. Oggi ero appena tornata da lezione, sono entrata in camera e ho avuto uno di quei pensieri che ti colpiscono di botto, ho pensato a te. E' stato un flash, giuro. Ma mi sono accorta che tra i mille nuovi impegni della nuova vita avevo dimenticato il mio progetto bloggistico, quindi ci siamo del tutto perse, e io non sapevo nemmeno come stavi, dopo un intenso mese di sostegno morale reciproco. Ho aperto google e ho cliccato sul tuo nome sperando che tenessi ancora un blog.

    Ed eccolo qui, esteticamente di un colore completamente diverso, ma infondo sei sempre tu, che sollievo. Più mi addentravo tra le righe più ripensavo a tutti i post precedenti e ricordavo le mille e più caratteristiche di questa ragazza che per me ha solo un viso immaginario, un viso in cui riesco a specchiarmi.

    Sono contenta che ci sei ancora, prometto che non me ne andrò più.
    Se riuscirò leggerò i post che mi sono persa, ma su questo non posso garantire :)

    Comunque Mia leggendo tutto questo mi è solo venuta in mente una cosa da dirti. Secondo me una vaga immagine di chi vuoi essere c'è, eccome se c'è, nella tua testa. Domani mattina svegliati e prova a pensare di essere lei. Riescici. Interpreta il ruolo per tutta la giornata come fossi un'attrice in un film di Tarantino candidato agli Oscar. Il primo giorno sarà difficilissimo, stancante e distruttivo, andrai a letto stravolta. Dopo pochi giorni le persone intorno a te noteranno i primi cambiamenti. Giorno dopo giorno acquisirai più dimestichezza con il ruolo, fino a conoscere quasi istintivamente i contenuti dei suoi discorsi e delle sue azioni. Arriverà persino il giorno in cui crederai di conoscere le sue intenzioni. Ma ciò che è importante è che arriverà il giorno in cui ti sveglierai, ti alzerai dal letto, e quel ruolo sarà talmente fisso dentro di te che ti accorgerai di essere diventata proprio così, di essere diventata quella che volevi. E allora non dovrai più sforzarti, e sarai felice perché riuscirai a desiderare ciò che già ti appartiene.

    Baci!

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Se ci fossero altri visitatori all'infuori di questo mondo, più che al rispetto inviterei agli insulti, per il semplice motivo che non esiste alcuna ragione al mondo per cui io possa essere insultata (riguardante il mondo dei dca, quantomeno) e potrei felicemente rispondere ed argomentare qualsiasi critica o altra stronzata. Ma tanto sono sfigata e il karma non mi accontenta mai, c'est la vie. Per le altre, invece: grazie di essere passate.