21 luglio 2012

limpida-mente

Ed ecco la seconda giornata ad andamento dicotomico, nel giro di precisamente tre giorni.  L'unica costante positiva è stata il cibo (scarso), che per la prima volta nella mia vita non va a braccetto con tutto il resto, che vada divinamente o di merda. Oggi, oggi...il tanto atteso giorno ieri notte, tanto da non riuscire a dormire, chissà poi perchè. Infondo cosa mi sarebbe dovuto aspettare di così bello? Speravo- un kg in meno o quasi sulla bilancia, di vedermi fisicamente meglio, sbrigare la commissione rimandata da mesi della carta d'identità (e posti come uffici e poste, sola, mi hanno sempre messo un'ansia spropositata) e poi di vedere lui quasi tutta la mattinata a scuola guida, mi sarebbe bastato. Poi nessun altro piano particolare. Dopo il pranzo e il relax nel letto (nonostante proprio il sonno, alla fine non ho dormito nemmeno un pò) c'è stato un momento in cui mi sono autodefinita serenamente triste, pensando a cose abbastanza depresse sulla mia nuova cotta, del tipo che il tempo era stato tutto sbagliato ed oggi sarebbe dovuto essere solo l'inizio e non la fine del nostro vederci così spesso, che non l'avrei mai più rivisto per più di dieci minuti e cose simili. Avrei voluto piangere giusto per il gusto di soffrire un pò, per una sorta di amore. Ma niente. Anzi, col senno di poi credo che la verità sia solo che sono ancora un pò abituata ai miei vecchi schemi mentali: non è questione di uomini, ma io ho sempre pianto e sofferto anche per banalità riguardanti il tempo, nel senso di "dato momento non tornerà mai più, è disarmante", quindi figuriamoci. Ho addirittura risposto ad un "come stai?" di una specie di amica nominando un problema di cotta (non cuore) e sperando che poi avrei potuto raccontare il tutto e sentirmi dire cosa fare, tornare positiva ma anche solo condividerlo. Ma il caso ha voluto che mi finissero i soldi e quell'sms di risposta non è mai arrivato. Ho iniziato a scrivere sulla mia agenda e dopo dieci minuti ero  positiva ed ho pure fatto il solito calcolino di ipotesi, pro, contro, percentuali eccetera, per decidere cosa mi sarebbe convenuto fare e cosa no, analizzando tutto il possibile. Quindi, il primo insegnamento o meglio promemoria di oggi è che veramente è inutile perdere tempo a cercare, seppur ogni tanto, gli altri, perchè tanto alla fine per un motivo o un altro te ne pentiresti o comunque perderesti tempo; ma oltre a questo, la filosofia della mia vita: chi fa da sè fa per tre ed io con me ci sto benissimo. Poi certo, non posso scoparmi, ma questo è un altro discorso. Poi, il declino: mi sono riorganizzata un minimo la giornata, stavo fisicamente per alzarmi dal letto e dare una risistematina alla camera e poi sarei uscita da sola per comprarmi un pò di cose più o meno inutili (ricarica sacra per poter scrivere a lui, sigarette, riviste/giornali che sono in astinenza, smalti e cose simili)...ma, no. Arriva mio padre incazzato in camera mia, mi insulta un attimo e sembra sia finita lì, ma pochi minuti dopo mi chiama urlando dalla stanza dove stava già insultando mia madre. Non sto a raccontare gli inesistenti e assurdi motivi per cui si sia incazzato con me (specie perchè con lui non si capisce mai di preciso quali siano) ma il succo del discorso è che quando capitavano queste scene frequenti, fino a qualche mese fa la storia era sempre quella: a me faceva paura lui che urlava incazzato e mi insultava, qualsiasi cosa io gli dicessi o rispondessi lui si incazzava ancora di più ma proprio QUALSIASI, ergo di fronte sia alla totale incomprensione che l'impotenza (non esistendo qualcosa di giusto o accetabile da dire, mai) unito alla paura dava il risultato che mi veniva da piangere e come minimo avevo gli occhi lucidi, dopodichè o stavo zitta/gli davo ragione e poi poco dopo o al massimo la notte stessa piangevo per ore, oppure spesso scoppiavo a piangere proprio davanti a lui/loro, genitori. Oggi è andata diversamente. Ho parlato, all'inizio mi batteva il cuore a mille (soprattutto perchè non avevo la minima idea del cosa cazzo fosse potuto succedere così all'improvviso, non me l'aspettavo) e all'inizio stavo tremando, ma questo anche da prima (chiamasi adorabili segni che col cibo sta andando tutto bene!) e poi, anche se come al solito non venivo ascoltata, ho detto un sacco di parolacce e frecciatine sarcastiche offensive. Poi, ad un certo punto sono "scoppiata", ma non a piangere. Ho detto "vaffanculo" a mio padre, per la prima volta nella mia vita, ho fatto mezzo singhiozzo e in totale mi sarà uscita una lacrima con molto impegno,  mentre me ne stavo andando. Non avevo mai osato fare una cosa del genere. Poi, quella troia di mia madre, che un tempo tutte le volte che scoppiavo a piangere senza più riuscire a parlare veniva a consolarmi, non so con quale coraggio, ma è venuta in camera mia a dirmi di tornare di là e di non mancare di rispetto a mio padre. E con questo, ha chiuso con me. Preciso due cose divertenti: due giorni fa è successo che quel coglione di mio fratello ha risposto veramente male (come tono, non parlo di parolacce) a mio padre, tra l'altro senza alcun motivo e mio padre tranquillissimo gli ha fatto un discorso dicendogli che non era bello che gli rispondesse così, dato che lui in generale in questo periodo sta cercando di aiutarci ed essere presente e bla bla bla...e mia madre cosa fa? Interviene, senza che nessuno lo chiedesse o ce ne fosse il minimo bisogno, dicendo che poverino mio fratello, quella mattina non era stato tanto bene...ma non chiedetemi il collegamento tra l'aver avuto mal di testa cinque ore prima e il rispondere in modo cattivo e ingiusto a mio padre. Ora, quel che va notato è la spudorata difesa, o meglio giustificazione che mia madre usa, anche senza necessità (per necessità intendo, per esempio, tuo padre che urla addosso e sta per prendere a schiaffi tua figlia) appena qualcuno cita un suo amato figlio. E tra l'altro, poi, mio padre riparlandone tutti insieme successivamente ha detto a mia madre "anzichè magari dirgli di parlarmi con un minimo di rispetto, l'hai giustificato e difeso". Quindi insomma, la storia del rispetto per mio padre (persona che mia madre odia di più al mondo, peraltro) proprio fa ridere sentita da lei. In più, in ogni caso e anche con torto marcio, di solito quando qualche figlio x arriva a piangere, perfino mio padre ci resta male e si tappa la bocca, figuriamoci. Quindi...sai che l'uomo che hai sposato giusto perchè ti ha messo incinta è pazzo, tua figlia -sembra- sia appena scoppiata a piangere e addirittura se n'è andata e tu le vai dietro giusto per dirle di rispettare tuo padre, proprio in quel momento? E tra l'altro, come sempre, nel tutto mio padre mica se l'è presa solo con me, ma soprattutto con lei. Quindi, quello ha appena fatto una scenata per NIENTE, urlando contro e insultando sia te che "tua figlia", e tu vieni a dirmi incazzata di tornare di là e rispettarlo? E fino al giorno prima, senza nè pianti, insulti, grida, nè soprattutto un momento di follia pura ma un motivo ben preciso di mio padre che aveva anche ragione, tu invece giustifichi penosamente il tuo povero figlioletto? Tra l'altro, i mini-motivi senza senso che hanno portato mio padre a tutto questo li ha provocati lei, troia di merda. E non è difficile, visto che conosce quell'uomo da più di trent'anni e sa benissimo quali sono le cose che potrebbero farlo incazzare e che basta mezza parola per coinvolgere altre persone, tipo i tuoi figli. E continua a ripeterle, si diverte proprio. Altro che scusarsi con me e sentirsi in colpa, no, osare venire incazzata a dirmi di rispettare mio padre. E va bene anche questo. Ma con me ora ha chiuso, ancheperchè non si era mai comportata così. Bene. Dopo la mia mandata a fanculo e poche altre parole, niente, anche se alla fine mi sono dovuta sorbire un'uscita fino alle nove con quei due, di "shopping" (c'ho scritto un lungo post in merito)...ore ed ore per comprarsi una camicia e una cravatta, ed aver individuato un completo elegante fatto di giacca a pantaloni, senza nemmeno comprarlo. Tra parentesi, da questo acquisto necessario per l'ultimo giorno di corso è scaturito il casino con mio padre, questioni di tempi e comunicazione, dice, anche. Dopo, lo stronzo voleva anche che andassimo tutti e tre allegramente a mangiarci una pizza, ma almeno su questo non ho ceduto: pensavo a quel punto andassero solo loro due a cena fuori, come sarebbe stato logico. Invece figuriamoci, sono tornati a casa con la pizza per tutti, peccato, non sarebbe stato male avere almeno un'ora di pace e solitudine a casa, per quelle due volte all'anno che mia madre esce di casa per cenare con mio padre (anche se neanche alle dieci sono sempre a casa) e quindi sarei sola. E io mi sono bollita la mia fottuta zucchina ed un pò di lattuga, senza toccare la pizza. Quindi....a parte l'infarto appena mio padre ha iniziato ad urlare, il tentativo di esplodere in un pianto fallito, doversi sorbire minuti e minuti di insulti senza alcun senso, toccare nel profondo l'animo del mio cervello logico a furia di sentire ali assurdità, parlare inutilmente, dover sentire le stronzate di quella puttana di mia madre e PURE dover subire la successiva uscita (questo è il meno), vaffanculo. Vaffanculo perchè io, come sempre, avevo i miei cazzo di progetti, anche aggiornati dopo pranzo, per oggi. E non ho potuto fare niente di niente, per semplici questioni temporali. E questo nemmeno per niente, ma solo per alimentare il mio odio. Bello scambio, eh? I miei perfetti programmini contro l'odio. E dovevo scrivere a quel coglione over-trenta, ma non mi sono potuta comprare una ricarica nè nient'altro. dato che qua la vita finisce alle 19:30. Vaffanculo. Però, sarò contenta quando tra non troppo sentirò il mio stomaco lamentarsi e avrò le mani gelide. A parte questo, dopo la scenata e nel tragitto in macchina verso il wildshoppingproprio, ho pensato ad una cosa: autocontrollo, calma, freddezza emotiva (perlomeno mostrata agli altri). Sono già molto migliorata e anche la mia reazione di oggi è stata una drastico cambiamento. Ma ancora c'è un bel lavoro da fare: sempre meglio mandare a fanculo che frignarsi addosso e starci malissimo tu, certo...ma l'ottimale sarebbe non arrivare a mandare a fanculo proprio nessuno, perchè nessuno ne è degno. Essere calmi e controllati, impassibili. Senza dimostrare odio, rabbia o qualunque altra cosa. Perchè sono cazzi miei, semplice. Già col cambiamento ormai quasi annuale del "pianto&nonsolo" sono a buon punto. Cavoli, dovrei stabilire il giorno di compleanno di questo evento. Sono praticamente sicura che l'ultima volta che ho pianto è stato il 31 Dicembre 2011 e ricordo anche il motivo (un ragazzo, tipico). Celebrerò, celebrerò. Diciamo che da allora ho eliminato disperazione, amore, tristezza, sensibilità e paura: mi mancano ancora rabbia e odio da estirpare dalla possibilità di osservazione degli altri. Il traguardo è l'indifferenza, ma sincera, non parlo di limitarmi a fingerla. Disintossicarsi, insomma. O meglio, il primo passo è che tutto resti per me, ma il secondo, per il mio benessere totale, sarebbe semplicemente di non provare tali sentimenti dannosi; a quel punto, ovviamente, non ci sarebbe motivo nè bisogno di fingere, ma avrei la pace totale. Altro che arrivare a quattro ossa, ho ben altri obiettivi io. Cioè, quello è il minimo, certo, ma non il punto di arrivo. E in questi giorni più che mai nella vita mi sto rendendo conto del profondo collegamento tra queste cose. I cambiamenti andranno in parallelo, insieme. E arriverò ad essere tutto quello che voglio e merito, totalmente ed in ogni aspetto. A piccoli passi, come oggi. Ah, se domani non peso decisamente meno di 73kg, io domani sparo a qualcuno (awww, quanti progressi, non mi sparo più, mi amo troppo). L'ho già detto vaffanculo?

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Se ci fossero altri visitatori all'infuori di questo mondo, più che al rispetto inviterei agli insulti, per il semplice motivo che non esiste alcuna ragione al mondo per cui io possa essere insultata (riguardante il mondo dei dca, quantomeno) e potrei felicemente rispondere ed argomentare qualsiasi critica o altra stronzata. Ma tanto sono sfigata e il karma non mi accontenta mai, c'est la vie. Per le altre, invece: grazie di essere passate.