11 agosto 2012

Follia, trans, lacrime e ho'oponopono.

In effetti era folle poter pensare che non avrei avuto voglia di scrivere niente fino a martedì, fuorchè aggiornare il cibo. Ho letto l'ennesima "lettera a..." in un blog, ho notato che in molte lo fate e credo che sarebbe bellissimo e liberatorio scrivere un'ipotetica lettera ad un genitore, per esempio, così come amorevole rivolgerla a sè stesse. Avevo voglia di farlo anche io, ma non ho a chi scrivere. Ho pensato a mia madre, ma dai, è una troia. Scartata l'idea della lettera mi è venuto in mente un appunto sul cellulare (o non me lo sarei mai ricordato) che era uno spunto per fare un paragone tra due mondi, preso da un telefilm in cui c'era un uomo che si sentiva donna, il cui unico ostacolo -dichiarato- era il proprio pene. Voleva farsi operare per la rimozione chirurgica ed è prassi parlare con lo psichiatra. L'ha fatto, apparendo sereno e razionalissimo nell'esposizione del suo apparente unico e piccolo problema al mondo (ok, mica tanto piccolo, che era di colore). Lo psichiatra ovviamente non gli ha creduto, pensando che mentisse o comunque omettesse la verità e ben altri problemi psicologici, disperazione e solitudine compresa. Avendo negato il permesso di farlo operare, si è arrivati al punto di ritrovare il transessuale in un lago di sangue nel proprio letto: sembrava si fosse suicidato, invece ha semplicemente fatto ciò che desiderava e il cui permesso gliera stato negato. Magari in modo poco professionale e ortodosso eh. Ma l'ha fatto, da solo e soffrendo come non so cosa. Dopo il pronto soccorso, non ricordo come sia finito il tutto. Ma il mio famoso appunto dice solo "il non essere me stessa mi rende infelice e sola", parole di lui dopo il dramma. E da lì il paragone piuttosto scontato quanto vero, con chi soffre di disturbi alimentari. Magari una persona che si sente intrappolata in un corpo esprimente un determinato genere in cui non si ritrova mi insulterebbe, al paragone con 10kg di sovrappeso. Ma avrebbe torto, perchè conta il concetto. Il semplice concetto è di guardarsi allo specchio e non riconoscersi e/o piacersi, la seconda piuttosto comune, la prima letale. E a questo punto subentra la semplice necessità di coerenza: coerenza significa esprimere -anche all'esterno, non meno importante del resto- quello che realmente si è, niente di più e niente di meno. La sensazione resta quella di sapere e sentire di essere e dover essere diversi e quindi sentirsi sbagliati, fuoriluogo, vittime di un'ingiustizia e soprattutto non sè stessi. Aver perso o non aver ancora potuto conoscere i veri sè stessi. E l'incoerenza con sè stessi è insopportabile. E può succedere anche di non riconoscersi senza che ci siano di mezzo problemi di peso o di caratteri sessuali, perciò figuriamoci. Ecco, paragone a parte, riflettendoci penso che il disturbo dell'identità possa essere il punto focale di almeno qualche caso di chi soffre di dca. Poi certo, la maggior parte delle anoressiche magari penserà "ma certo che sono io, sono solo sepolta da quintali di lardo". Inutile constatazione a parte (grazie al cazzo, rari casi posono essere causati da qualunque cosa, chi se ne frega?), è certamente sensata l'idea che per molte persone, attaccarsi ad una cosa così fisica e materiale, sia solo una copertura per ben altri problemi. In italiano, posto che ovviamente la convinzione razionale sia tutt'altra, intendo dire che ci si dovrebbe concentrare su ben altro e non pensare che un organo o un rotolo di ciccia ci cambierebbero la vita. Ovviamente pè quasi impossibile rendersene conto e no, non sto scoprendo l'acqua calda. Mi sto incasinando, ma con la vana speranza di poter essere utile, chiedo a tutte (?) di chiedersi se a 45kg saranno felici o se una volta raggiunto l'obiettivo si ritroveranno invece disperatamente vuote e tristi, pensando che ancora non sia cambiato niente. E una buona ipotesi al perchè spesso si fallisce e sembra di non riuscire mai a vedere il traguardo è che anche se la nostra ragion ce lo fa credere, il nostro inconscio e anche l'eventuale parte divina (teorie hawaiane, non chiedetemi) sanno che non è così e anzi vogliono preservarci dall'enorme delusione di scoprire che di quei 40kg non sappiamo cosa farcene. Chiaramente mi riferisco a chi non soffra propriamente di anoressia ma voglia razionalmente dimagrire, anche se con metodi discutibili...perchè anche un'anoressica mi direbbe "grazie al cazzo, Einstein". E tra parentesi, ovviamente il trans dopo la scoperta che non andava affatto tutto bene anche se il suo organo sessuale maschile non c'era più, si è reso conto di avere ben altri problemi di fondo ed ha iniziato una terapia psicologica. In generale, la disperazione, l'ossessione e la convinzione focalizzata su una sola cosa (specie se così misera, effimera e superficiale), non sono mai buoni segni: bisogna guardare altrove. Di contro, c'è anche da dire che non è folle o inutile volere un corpo che rispecchi noi stessi, il punto del discorso è solo che dipende dalle proprie consapevolezze, perchè si può arrivare ai famosi 40kg o al corpo rispecchiante la propria vera identità di genere anche con serenità e senza dolorosi disturbi. Ergo invito sinceramente alla riflessione su ciò, perchè potrebbe davvero portare a cose bellissime. 

A parte queste futilità, l'avevo già rimosso, ma stamattina -dopo che non riuscivo a farlo esattamente dall'ultimo giorno del 2011- ho pianto, anche se per poco...e dopo l'episodio, la famosa abbuffata o poco meno. E 2+2 fa 4, ache se i Radiohead non sono d'accordo (ma li amo,quindi perdono). Maremma maiala. Quindi qualcuno o qualcosa sta cercando di dirmi che se sono disumana, non provo emozioni e non ho quasi più ricordi va tutto divinamente e potrei diventare finalmente una skinny bitch, ma se e quando riesco a far emergere la mia parte bambina-inconscia-emotiva finisco in cucina? Fico, anche se il sospetto l'avevo già. Devo però dire che quel cibo è stato quasi un toccasana e mai  avrei pensato di dirlo...a parte che non stavo benissimo, ma ehi: intanto è stato in tarda mattina e da allora ho dormito ore e non ho più toccato niente, poi è servito per dare un bel colpo al merdabolismo che mi ritrovavo dopo tre giorni di quasi digiuno e soprattutto, mi ha fatto andare in bagno, finalmente. Shit, shit everywhere. 

Ora che sono riuscita di nuovo e come sempre a parlare della cacca posso chiudere serenamente. Vi ricordo che siete tutte splendide persone e visto che da domani tornerò a non averlo più ai fini evidentemente dimagranti, lascio un cuoricino ♥

2 commenti:

  1. Tesoro ho risposto al tuo post sul mio blog <3
    Comunque, per Roma (<3) vorrei fare il DAMS, indirizzo Cinema&Televisione, mi piacerebbe tantissimo diventare una sceneggiatrice, anche se il sogno mio più grande sarebbe recitare, ma non credo di farcela, è troppo complicato e ho troppa paura di fallire.
    Bellissima la canzone che mi hai postato davvero <3
    Grazie a te di esserci sempre, davvero <3
    Quando ti serve qualcosa, qualche consiglio scrivimi pure alla mia email (è collegata al cell, quindi leggo subito)
    kantsexhibition93@gmail.com
    Ti stringo forte <3

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  2. Mi è piaciuto molto il discorso che hai fatto, e sono d'accordo con te su quanto sia difficile riconoscersi nell'immagine riflessa nello specchio. Il punto non è mai il peso, la circonferenza della vita o delle cosce, la taglia dei vestiti che indossiamo. Credo che i dca prima di fare danni al corpo comincino dal cervello - ed è lì che si vedono le prime tare. A 50 chili sono una cicciona, lo ero a 45, lo sarei a 80, probabilmente anche a 30 chili. E' tutto dentro la testa, e arrivare lì è un bel casino.





    Baci.

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Se ci fossero altri visitatori all'infuori di questo mondo, più che al rispetto inviterei agli insulti, per il semplice motivo che non esiste alcuna ragione al mondo per cui io possa essere insultata (riguardante il mondo dei dca, quantomeno) e potrei felicemente rispondere ed argomentare qualsiasi critica o altra stronzata. Ma tanto sono sfigata e il karma non mi accontenta mai, c'est la vie. Per le altre, invece: grazie di essere passate.